Tra le otto (8) interrogazioni presentate dal consigliere Reginaldi nel question time odierno a Sezze una, soprattutto, ha permesso di mettere un punto su una vicenda che stava assumendo le connotazioni del ridicolo. Uno dei due cavalli di battaglia (il primo non lo dico perché sarà il tempo galantuomo, il prossimo 22 ottobre, a dire dove sta la verità) della campagna elettorale del centrosinistra che ha portato al plebiscito di Campoli è stato quello della realizzazione della piscina comunale a Sezze scalo. Dopo oltre un anno e mezzo dal suo annuncio con squilli di tromba e qualche lacrimuccia di circostanza, con pacche sulle spalle e soddisfazione nemmeno minimamente celata, oggi pomeriggio si è consumato il “dramma politico” con l’assessore ai Lavori Pubblici Zepperi che ha dovuto alzare a mezz’asta la più classica delle bandiere bianche. Il ‘povero’ assessore (dopo una frase poco felice sul depuratore che “sarà pronto quando saranno terminati i lavori”, che però ancora non cominciano, ndr), ha provato ad improvvisare una difesa fatta a suon di Pec, di crisi economica e di altri pretesti per spiegare il motivo per il quale setini e ‘stranieri’ non sono già immersi nel mare di cloro, ma non ha convinto l’audience. In realtà il problema sarebbe da ricercare (oltre che in un’evidente e palese superficialità) nella difficoltà di trovare il famoso finanziatore esterno che si sobbarca il milionetrecentomilaeuro che serve per realizzare l’opera di concerto con l’amministrazione provinciale. Insomma un buco nell’acqua, tanto da far quasi supplicare il consigliere Reginaldi, che si è detto disponibile a cercare alternative e ad impegnarsi affinché la tanto sospirata piscina si possa realizzare solo con il denaro messo sul tavolo da via Costa.
Simone Di Giulio