David e Frank Fidani, gemelli. Setini per destino, ventitrè anni, nati a Frosinone, ma cresciuti tra due mondi – l’Albania e l’Italia -, uniti non solo per nascita, ma da un’idea precisa, cementata: cantare le loro radici, le strade, la gente.
«Facciamo musica per unire le due culture che ci scorrono dentro e per dare voce a una generazione che spesso non si sente rappresentata. Nella nostra musica c’è la nostalgia dell’est, il suono crudo della provincia e la voglia di riscatto di chi non ha avuto tutto facile…»
Un nome d’arte: 04018. Quasi un tecnicismo, una di quelle firme che si mandano a memoria senza pensarci su, un’indicazione sulla mappa di un piccolo mondo, costruito sull’asfalto, popolato di speranze. Da pochi giorni, i due fratelli hanno dato alla luce un nuovo singolo, “Quando piove, diluvia x la firma”, prodotto e curato dalla Serramic Entertainment. La pioggia come rito tribale, lavare via le nuvole dal cielo, quasi con la fretta di rivedere il sole e condividerne la luce.
«Il nuovo singolo nasce da un’urgenza emotiva: raccontare un momento preciso, quello in cui ti rendi conto che qualcosa dentro di te è cambiato per sempre. Arrivare al risultato finale non è stato semplice, perché volevamo che ogni suono e parola trasmettesse esattamente ciò che provavamo: rabbia, nostalgia, ma anche lucidità. Abbiamo fatto e disfatto diverse volte la produzione, finché non ci è sembrata vera, nuda».
Provare e riprovare, dare una forma alla voce di una chimera, la vita spigolosa di chi non è fatto per starsene seduto in attesa, ma preferisce rigurgitare le pene inghiottite. Solo la musica può sfondare certi argini, creare maree travolgenti e permetterti di cavalcarle, scrutando l’abisso che nascondono. Ma è necessario conoscerla e capire di non poterla contenere. Abbracciare ciò che non si conosce, sperimentare, eruttare idee.
«La trap è stata il nostro punto di partenza, un linguaggio che sentivamo e sentiamo vicino. Ma non vogliamo restare incollati solo a quello. Abbiamo già iniziato a sperimentare cose nuove con suoni diversi, ma senza snaturarci troppo: mood diversi, mantenendo il nostro timbro, quello stesso marchio. Per noi la musica è un laboratorio: se una cosa ci rappresenta, la usiamo, anche se “non si fa”. 50 CENT è stato il primo a colpirci da piccoli, quando abbiamo iniziato ad ascoltare musica per davvero. Il suo stile, l’energia e il modo in cui ha costruito tutto il suo impero ci hanno lasciato un segno profondo. In Italia, i colossi come Guè ci ispirano tantissimo, perchè ha saputo evolversi, rimanendo sempre credibile, restando fedele al rap, ma con una visione verso il futuro. Un altro gigante è Noyz Narcos, che ci trasmette quella rabbia vera, cruda, che cerchiamo di mettere nella nostra musica. Dall’Albania, due riferimenti forti per noi sono Noizy e Stresi: hanno fatto la storia e continuano a influenzare tutta una generazione. Aggiungiamo anche Cristiano Ronaldo: un esempio di determinazione, disciplina e mentalità vincente».
“Fare” musica non è semplice. È un’arte, non dovrebbe mai raschiare il fondo, è la firma più primitiva dell’anima. David e Frank Fidani sono giovani, scrutano il futuro e provano a districarsi nel presente. Gli idoli possono indicare la via, ma la coscienza digitale è un labirinto e perdersi in essa è spesso fatale. Se oggi abbiamo dimenticato come respirare, è perché abbiamo deciso di correre troppo.
«Le insidie maggiori per i giovani per poter emergere nel panorama musicale di oggi? Il rumore. Siamo costantemente bombardati da contenuti e spesso la qualità si perde. A volte sembra che conti più l’algoritmo di TikTok, che la scrittura o l’identità artistica. E poi c’è sempre il rischio di seguire una moda solo perché funziona, ma noi cerchiamo di restare autentici, anche se costa più fatica».
04018 non è solo un numero, una sigla da stampare. È il soprannome di una comunità. E David e Frank non solo soli, non sono i soli. Il nostro territorio spesso vezzeggiato ribolle come un calderone colmo di frustrazione. Eppure, qualcuno lo canta lo stesso. Sarebbe bello non fermarsi.
«Ci sono un sacco di ragazzi preparati a Sezze e dintorni, gente che ha fame e una visione. Abbiamo già in ballo alcune collaborazioni, ma per ora preferiamo mantenere il segreto. Il nostro obiettivo è creare una rete, un movimento che vada oltre la singola uscita».
Sarebbe bello.
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