Le porte della Cappella Sistina stanno per chiudersi. Un silenzio denso attraversa i corridoi del Vaticano e le colonne di piazza San Pietro. I cardinali entrano in Conclave, mentre il mondo osserva in attesa di una scelta che segnerà la storia. Oggi, 6 maggio 2025, si apre ufficialmente il Conclave: 133 cardinali si preparano a eleggere il 267° successore di Pietro.
Alle 10, nella Basilica di San Pietro, è in programma la Messa Pro Eligendo Romano Pontifice, presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re. Nel pomeriggio, alle 16.15, inizierà il rito dell’extra omnes. Da quel momento, ogni porta sarà chiusa e ogni contatto con l’esterno interrotto. La Cappella Sistina diventerà il centro della cristianità: sotto la volta affrescata da Michelangelo, avrà inizio il processo che condurrà alla fumata bianca.
È il primo conclave dopo la morte di papa Francesco, avvenuta il 21 aprile. La sua eredità spirituale è ancora viva. Prima di entrare in Sistina, i cardinali hanno lanciato un appello per la fine delle guerre, dall’Ucraina al Medio Oriente, fino a ogni Paese segnato da conflitti. Un gesto che richiama l’insegnamento di Francesco e indirizza il prossimo Papa verso un impegno concreto per la pace.
Ma la continuità attesa riguarda anche le riforme avviate: la lotta agli abusi, la trasparenza finanziaria, il dialogo interreligioso, la cura del creato. Temi che un tempo parevano propri del pontificato di Francesco, ma che oggi costituiscono parte integrante dell’identità ecclesiale.
Nonostante il clima di raccoglimento, questo Conclave ha catturato l’attenzione pubblica come pochi altri nella storia recente. Tra meme, pronostici e iniziative popolari come il “Fantapapa”, l’attesa si è trasformata in fenomeno collettivo. Ma con l’inizio delle votazioni, tutto assume un tono più solenne: comincia il tempo del discernimento.
Tra i candidati emergono figure note e meno conosciute. Tra gli italiani, Pietro Parolin, Segretario di Stato, e Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, risultano tra i favoriti. Con loro, Jean-Marc Aveline, cardinale di Marsiglia, stimato per la sua visione pastorale e la vicinanza ai temi sociali, spesso associato a Matteo Zuppi, anche lui tra i più citati. Robert Prevost, americano con profonde radici latinoamericane e attuale prefetto del Dicastero per i Vescovi, rappresenta un’opzione di continuità e rinnovamento.
Dal fronte asiatico, si distingue Pablo Virgilio David, vescovo filippino noto per la sua fermezza nel denunciare la violenza nel suo Paese. A lui si affianca Luis Antonio Tagle, già arcivescovo di Manila e oggi figura di spicco nella missione globale della Chiesa. La sua esperienza internazionale, la comunicazione empatica e il profilo inclusivo lo rendono tra i candidati più vicini all’impostazione di Francesco, con solide stime anche in Curia.
Non manca l’ipotesi di un Papa africano, rappresentata dal congolese Fridolin Ambongo. La sua elezione segnerebbe un passaggio storico, ma il quadro resta aperto. La prima votazione, prevista nel pomeriggio di domani, servirà soprattutto a misurare gli equilibri interni. Il quorum richiesto è altissimo: 89 voti, mai così tanti in un conclave.
Ieri mattina, come da prassi, l’anello del Pescatore e il sigillo di Francesco sono stati annullati davanti al camerlengo Kevin Farrell. L’operazione, affidata a una giovane professionista, ha visto incidere una croce sui simboli del pontefice defunto. Nella Sistina è tutto pronto: tavoli con tovaglie marroni, drappi rossi, schede e urne. Nella “stanza delle lacrime” attendono tre talari bianche di diversa misura, sette paia di scarpe e, per la prima volta dal 2013, torna la mozzetta rossa, che Francesco aveva scelto di non indossare.
L’isolamento è totale. Nessun contatto con l’esterno sarà permesso. I cardinali, privati di dispositivi elettronici, non potranno comunicare nemmeno con i collaboratori. La Sistina è stata bonificata da microspie, le finestre opacizzate, barriere installate anche a Santa Marta, dove i porporati alloggiano. Tutto il personale di supporto — cuochi, medici, addetti — ha giurato riservatezza. Ogni violazione sarà punita con la scomunica.
La fumata è attesa in serata, intorno alle 19. Sarà probabilmente nera: il segnale che la ricerca è appena iniziata. Non solo di un nome, ma di una voce. Un nuovo inizio.
