Da pochi anni il 10 febbraio è per gli italiani una data commemorativa ma per molti un vero e proprio riscatto. Una pagina nera della storia italiana che per lungo tempo è stata taciuta è peggio, negata. Quello che è accaduto nella ex Jugoslavia è stato orribile, ma ancor più orrendo il fatto che si è dovuti attendere 60 anni affinché venisse riconosciuto un crimine tanto efferato quanto vergognoso. Tito e il suo esercito, sfogarono, vigliaccamente, il loro odio nella maniera più orribile impiegando un’operazione che nessuno vorrebbe mai provare, “pulizia etnica”. Una barbarie feroce che non ha risparmiato nessuno, uomini, donne e bambini. Ed il modo come furono uccisi fu orribile, infoibati. Le uccisioni avvenivano in maniere spaventosamente crudele. I condannati venivano legati l’un l’altro con un lungo filo di ferro stretto ai polsi e schierati sugli argini delle foibe. Successivamente si apriva il fuoco ai tre della catena, i quali precipitando nella fossa, morti o feriti gravemente, trascinando con se gli altri, condannati cosi a sopravvivere per giorni e notti sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei propri compagni e tra sofferenze.
“Purtroppo – ha spiegato Kevin Reiter, esponente del gruppo Progetto Sezze 2000 – il mondo in quel periodo aveva e stava vivendo una fase dove la cattiveria umana aveva dato il peggio. Di genocidi e stermini purtroppo c’è ne sono stati fin troppi ma quello che fa più male sapere che vi sono persone che fanno distinzioni perfino in questo. Uno sterminio o genocidio è orribile per chiunque lo subisce ed è una vergogna indelebile per chi lo commette. Peggio è negarlo. Solo grazie al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che nel 2004 si è finalmente istituita una data precisa per “non dimenticare” le foibe, il 10 febbraio. Purtroppo ancora oggi si tenta di minimizzare, quasi negare, poche sono le iniziative eclatanti, perfino gli editori ne scrivono poco o niente e nelle scuole se ne parla a contagocce neanche se la vergogna sia delle vittime piuttosto che dei carnefici.
Qualche giorno fa ci furono state delle scritte provocatorie e offensive in vernice rossa, tra cui “Trst je nas” (Trieste è nostra), sono comparse sul piazzale antistante il monumento simbolo della memoria storica italiana è un oltraggio alla nazione e la memoria va preservata, non calpestata. Nessuno potrà vandalizzare la verità storica. Tutti, senza distinzioni di età e credo religioso o colore politico, dobbiamo dimenticare genocidi o stermini di massa per opera dell’uomo contro i suoi simili. Invito chiunque a partecipare alla commemorazione. L’evento si terrà oggi 10 febbraio 2025 Alle ore 16.30/17.00 presso il Parco della Rimembranza a Sezze”.
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