Zaccagni, Politano, Di Lorenzo, i fratelli Esposito: sono solo alcuni dei grandi nomi strettamente collegati alla quotidianità di Alessandro Recine, manager sportivo dalle origini pontine arrivato negli anni ad essere un autentico riferimento per numerosi protagonisti del calcio che conta. Recine è divenuto nel tempo un collaboratore fidato di Mario Giuffredi e della sua agenzia “Marat Football Management”.
Il potente procuratore di Ponticelli è ormai arrivato a gestire i protagonisti di mezza Serie A con la sua scuderia e da anni il manager nato a Sezze collabora con lui nella gestione dei rapporti con i calciatori: “Sono stato uno dei primi giocatori assistiti da Mario e già da quei primi passi sono stato orgoglioso di condividere la mia quotidianità con una persona autentica, umile, di sani principi. Oltre a tali qualità umane, Giuffredi è un professionista esemplare, instancabile, maniacale e devoto al lavoro. Devo molto a lui per la mia crescita professionale e umana”. Una crescita arrivata dopo anni di studi, sacrifici e impegno sul campo: prima come calciatore, poi come allenatore e a seguire come talent scout, osservatore e, appunto, manager sportivo. La definizione di procuratore, invece, è per lui a dir poco limitativa.
Le tappe del percorso: dai trascorsi da centrocampista all’amicizia con Moratti
Alessandro Recine, classe 1983, vanta buoni trascorsi da centrocampista nelle file di quotati club come Chievo Verona, Teramo, L’Aquila e San Marino. Costretto ad interrompere in anticipo la carriera a causa di ripetuti infortuni, il “Front” della “Marat” ha acquisito diverse qualifiche Figc e nel 2013 ha conseguito il patentino da allenatore con un docente d’eccezione: “Ho compiuto i miei primi passi con un vero maestro del calibro di Franco Varrella, secondo di Arrigo Sacchi alla guida della Nazionale, agli Europei del 1996. Ho imparato molto da un professionista con il quale è nata subito una profonda stima reciproca ed è stato grazie anche ai suoi insegnamenti che ho intrapreso la carriera di allenatore”. Nel 2014 c’è stato un altro incontro decisivo nel percorso di Recine: “Ho svolto un anno di formazione continua a Zingonia, con l’Atalanta, ed è lì che ho conosciuto il compianto Mino Favini: capì subito perché lo definivano un , seppe creare un modello per sfornare grandi talenti. E’ stato lui a lanciare Borgonovo, Zambrotta, Morfeo, Pazzini, Bonaventura e tanti altri ed è grazie al forte legame instaurato con lui che ho appreso e affinato i segreti per scoprire le qualità di potenziali protagonisti nel calcio che conta”.
Nelle stagioni successive Recine ha arricchito il suo bagaglio allenando in alcuni settori giovanili ed entrando a contatto con svariate figure di spicco: “E’ nata una profonda amicizia con Ballardini, al tempo alla guida del Genoa, con Giaccherini, allora protagonista nella Juventus e in Nazionale, e con molti altri mister, calciatori e addetti ai lavori. Voglio citare anche il direttore Pelliccioni, fondamentale riferimento per me e la mia famiglia nel periodo vissuto a San Marino. Dopo quella fase ho capito che le mie attitudini e le competenze acquisite mi spingevano verso un ruolo diverso dal campo e dalla panchina. La passione e la fame di informazioni e di continui aggiornamenti mi ha portato ad assistere a migliaia di partite e a studiare decine e decine di talenti. Lì ho capito che le mie competenze non andavano circoscritte ad un unico gruppo e non dovevano avere dei limiti: la mia vocazione, la mia visione, doveva consistere nell’aiutare e nell’essere un mezzo per il raggiungimento dei sogni dei ragazzi, contribuendo anche alla loro crescita personale. Prima di essere dei campioni sul campo, infatti, bisogna esserlo nella vita. Ho acquisito questa consapevolezza fornendo loro degli indirizzi non solo nell’ambito sportivo, ma anche su tutto quello che possa aiutarli nell’ambito preventivo, dentro e fuori dal campo, a 360 gradi”. Si spiega così l’impegno del manager sul fronte scientifico, a partire dalla fondazione di VITA365, struttura salita alla ribalta nazionale ed internazionale con delle audizioni tenutesi nell’anno in corso al Senato e davanti al Parlamento Europeo. Recine è inoltre presidente di Cmn Sport Onlus, una delle realtà più importanti al mondo nel campo della ricerca scientifica. Sul fronte sportivo, invece, Recine ha compiuto i primi e decisivi passi nel 2016, quando fu uno degli intermediari che portarono Gabigol in Italia, prima ad un passo dalla Lazio e poi all’Inter: “Sono legatissimo alla città di Milano e a tutto l’ambiente Inter, vista anche la grande amicizia con la famiglia Moratti”.
Il talent scout profondo conoscitore di calcio è così diventato a tutti gli effetti un affermato manager: una sorta di consacrazione per lui è avvenuta nel maggio del 2019, quando insieme a Giuffredi fu protagonista nel giorno della firma di Di Lorenzo al Napoli. Nella stessa sessione di calciomercato, inoltre, si chiuse per il passaggio di Veretout dalla Fiorentina alla Roma: “Da lì il mio percorso è culminato con altri importanti traguardi, ma i miei veri obbiettivi sono altri: il successo per me non si misura solo in termini economici! Ho sempre lavorato per generare valore e restituire agli altri tutto quello che l’universo mi ha concesso. Non c’è nulla di più bello e nobile nella vita poter raggiungere i propri obbiettivi aiutando gli altri a realizzare i propri sogni. Quando un uomo rivolge tutta la volontà verso un determinato obbiettivo, finisce sempre per raggiungerlo. La pazienza, la perseveranza e il duro lavoro creano un’imbattibile combinazione per il successo”.
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