Mentre tutti, con cautela, stiamo tornando alle vecchie abitudini, riprendono anche i lavori del consiglio comunale di Sezze, la riunione – rigorosamente a porte chiuse – è in programma per mercoledì 27 maggio e sul tavolo c’è l’approvazione del bilancio previsionale. Per l’occasione, Mondore@le ha deciso di ascoltare i componenti dell’esecutivo in merito alle risorse stanziate nei loro settori di competenza e su come l’emergenza da Coronavirus stia impattando l’attività amministrativa. Ad inaugurare il ciclo di interviste, l’assessore delegato ai servizi sociali, il Dott. Andrea Campoli.
– Opinione unanimemente condivisa è che le conseguenze sociali ed economiche della pandemia in corso continueranno a pesare sull’intera nazione ancora per molto, in che modo i servizi sociali del comune di Sezze indirizzeranno il loro operato in questo periodo e nei giorni a venire?
“In questo momento siamo ancora in una fase di emergenza, per cui le risorse che abbiamo a disposizione, soprattutto quelle inviateci dal governo nazionale, le stiamo utilizzando per far fronte all’ondata di nuove povertà che si sono determinate in questi mesi. Primum vivere, deinde philosophari (prima si pensi a vivere, poi a filosofeggiare n.d.r.) la priorità, per ora, è far in modo che nessuno venga lasciato indietro, solo in seguito si penserà al resto. Il Comune, grazie all’impegno e alla sinergia di tutti, ha affrontato l’emergenza molto bene ma è inevitabile che gli strascichi di questa situazione si protrarranno nel tempo e ben presto ci troveremo a fronteggiare una nuova ondata di povertà. Per non farci trovare impreparati, già dalle prossime settimane, con la Commissione Servizi Sociali, rifletteremo su come intercettare queste nuove povertà, in modo da fornire aiuti e opportunità a chiunque ne abbisogni”.
– Dai buoni spesa al bonus affitti, sono stati molti gli aiuti che il governo centrale ha messo in campo già dalla prima fase dell’emergenza, che percentuale di adesione si è registrata nel Comune di Sezze?
“I numeri sono in continua evoluzione però parliamo di centinaia e centinaia di famiglie che hanno dovuto ricorrere a questi aiuti. Al di là dei fondi che avevamo a disposizione, debbo dire che c’è stata anche una grande partecipazione solidale, un’encomiabile partecipazione dei privati cittadini che hanno deciso di dare il loro importante contributo alle famiglie in difficoltà. È in situazioni come queste che viene spesso fuori la generosità di una comunità unita”.
– Il momento continua ad essere particolarmente delicato per alcune categorie “fragili”, una su tutte quella degli anziani. Quali le iniziative messe in campo in loro sostegno?
“Le nostre attività di assistenza domiciliare agli anziani non sono state in alcun modo sospese e contiamo di mantenere attivi i canali che abbiamo utilizzato in questi mesi. A partire dal numero verde che dà la possibilità di rivolgersi all’amministrazione, la spesa a domicilio e tutta una serie di attività squisitamente legate ai servizi sociali che comunque verranno mantenute, anche al di fuori dell’emergenza”.
– Passiamo alla sanità, il nostro territorio è riuscito a contenere bene i contagi da Coronavirus, inaugurando anche un nuovo modello sanitario, improntato sull’assistenza domiciliare…
“Se c’è una cosa che questa pandemia ha insegnato in maniera inequivocabile è che la sanità che ruota solo attorno all’ospedale è una sanità assolutamente insufficiente. Per anni purtroppo questo è stato il canone che ha caratterizzato tutte le riforme, che ha contribuito a depauperare tutte le attività e tutti i servizi legati al territorio, per cui un’altra grande sfida che dovremo cogliere in questi mesi è quella di far modo che le nuove risorse vengano utilizzate per ripotenziare la sanità del territorio. Le persone debbono essere il più possibile curate a casa, questa era l’idea di fondo, che però è rimasta per gran parte inespressa, in relazione alla Casa della Salute. Noi incalzeremo la ASL affinché le nuove risorse vengano utilizzate per completare il progetto della Casa della Salute, in modo da implementare il modello della sanità di prossimità”
Francesca Leonoro