Dalle stalle alle stelle. Potrebbero sintetizzarsi in questo modo le ultime settimane all’interno della maggioranza consiliare setina. Da uno dei momenti più difficili da affrontare, con una minoranza rinvigorita dai cambi di casacca, con una complicata gestione dell’equilibrio dentro il Partito Democratico e con un Campoli che secondo voci di corridoio era addirittura disposto a dimettersi per far venire allo scoperto i suoi detrattori interni e chiamarli alle loro responsabilità. Ma così non è stato e non c’è stato bisogno di alcun aut-aut (o almeno così sembra). La maggioranza si è ricompattata, chiaro segnale che se il bando salta lo fa per tutti. Campoli ha stretto i denti, ha abbozzato fiché gli è stato possibile, ma poi ha dimostrato al suo partito che deve sentire unità, altrimenti la rottura potrebbe avere strascichi anche alle elezioni del 2017, data in cui la parte del Pd che in questi due anni ha mandato segnali potrebbe venire allo scoperto. A rafforzare il primo cittadino anche il dietrofront di Polidoro e Roscioli, che sono tornati nei ranghi votando le nuove aliquote. Dall’altro lato del consiglio chi ha deluso è stata la minoranza, che non è riuscita a cogliere l’attimo. Il tentativo di ostruzionismo per arrivare a mezzanotte si è sciolto come neve al sole. L’assise si è conclusa alle 21:30 e la battaglia per non aumentare le tasse è stata un flop, nemmeno minimamente mitigato dall’accorato appello delle dichiarazioni di voto, che non hanno fatto altro che confermare il momento di imbarazzo di fronte alla ritrovata armonia all’interno della coalizione che due anni fa regalò a Campoli oltre il 70% dei consensi. L’abbandono dell’aula da parte della maggioranza prima della mozione sui parcometri è un altro importante segnale. Ora i prossimi nodi saranno Bilancio e Spl, ma il peggio, almeno da un punto di vista strettamente politico, sembra ormai passato e messo nel dimenticatoio.
Simone Di Giulio