Da quando mi occupo della cosa pubblica, per interesse personale e per questioni professionali, nella mia testa risuonano alcune frasi. Tra queste: “Abbiamo ottenuto un importante finanziamento dalla Regione (o Provincia, o Ministeri vari, o Europa) per ristrutturare (o restaurare, o rimettere in sesto, o ripristinare). Mi ci vorrebbe un pallottoliere per contare tutte le volte che ho aperto un comunicato stampa o sentito un amministratore esordire con una frase del genere. Il riferimento più recente è ai campi da tennis i cui lavori di ristrutturazione (ma guarda un po’!) riprenderanno mercoledì. Milioni e milioni di fondi utilizzati per recuperare, per ripristinare, per rimettere in moto, per restaurare. So che sembra banale. E so anche che per gli enti locali è complicato andare avanti e i fondi che si ricevono alla fine sono pochi. Ma a volte mi piacerebbe sentire un sindaco, un assessore, un consigliere parlare di manutenzione. Mi piacerebbe che qualcuno si presentasse dicendo: “Abbiamo aperto questa struttura cinque anni fa e in cinque anni non solo abbiamo lavorato duramente per conservarla, ma l’abbiamo addirittura migliorata. Quindi dei soldi per eventuali ristrutturazioni non abbiamo bisogno. Utilizzateli per costruirne di nuove di strutture o per potenziare quelle già esistenti”. Insomma del gioco ‘rompi pure tanto poi qualcuno ci paga per riparare’ sono un po’ stufo. E questo discorso, almeno a Sezze, è applicabile ad un sacco di situazioni. Tra tutte l’Anfiteatro, il Parco della Rimembranza, Santa Paresceve e l’area de La Macchia, sulla quale presto mi aspetto di leggere un comunicato stampa con le dichiarazioni del sindaco o di un assessore in cui si legge: “Dalla Provincia abbiamo ottenuto un finanziamento per ristrutturare…”
Simone Di Giulio