Chi conosce i Lepini e i paesi che li compongono? Tutti o quasi. Ovvero, quelli che ci abitano li conoscono tutti. Quelli che abitano nelle vicinanze pure. Un po’ più lontano conoscono scorci di paesi di cui ricordano i nomi e gli appuntamenti maggiori (feste, fiere e sagre). Ancora più lontano arriva qualche notizia sporadica, magari in occasione di qualche appuntamento più importante ma le specificità si perdono in un marasma in cui se l’olio è di Maenza o di Sonnino non fa più differenza così come quale sia il carciofo conta meno di quando c’è la sagra. Il tutto perché evidentemente, in un tempo di informazione globale, i paesi dei Lepini mancano di una comunicazione efficace delle proprie peculiarità. Proprio nell’anno in cui, la stagione caldissima, condita da una robusta crisi economica, ha riportato masse di turisti sulle colline nostrane, al di là di cifre in aumento rispetto agli anni precedenti, ci si deve interrogare su alcuni aspetti che hanno funzionato poco. Dietro all’aumento di presenze infatti, c’è un perché chiaro e non è di certo legato ad un recupero di attrattività delle nostre terre. Bensì il motivo trainante è stata quella crisi che, intaccando le tasche degli italiani, li ha portati ad ingegnarsi in vacanze low cost. E allora via alla riscoperta dei piccoli paesi da cui anni prima si era andati via, o ancora meglio, alla scoperta di quegli angoli e quelle piazze che anni prima hanno dato i natali a genitori e nonni e che conservano una casetta da rimettere in piedi con pochi euro e da passarci una settima nella al fresco. Magari pure a pochi chilometri dal mare pontino, raggiungibile in poche decine di minuti in auto, abbassando sensibilmente i costi rispetto ad un soggiorno sul litorale. Checché se ne dica, la riscoperta dei Lepini è stata una scelta di ripiego più che un’opzione ponderata e voluta. Perché? Siamo i sicuri che i vari centri lepini non siano capace di brillare di luce propria? Da soli probabilmente no. Ma se gli amministratori, cominciassero a mettere in piedi un ragionamento d’insieme probabilmente la tendenza potrebbe essere tranquillamente invertita. I paesi dei Monti Lepini, messi insieme, hanno un patrimonio attrattivo da far girare la testa e in più, vicino a loro, facilmente raggiungibile, c’è il mare. Invece di intraprendere una politica d’insieme che possa portare alla nascita di pacchetti congiunti con i centri della costa, continuano a portare avanti politiche solitarie ed approssimative che da decenni non portano a risultati. E’ un discorso che va oltre lo stato di conservazione di valorizzazione dei tesori architettonici, della storia, delle tradizioni e dell’enogastronomia presenti e arriva a pensare un sistema di connubio e di miscelazione di tutte le potenzialità in possesso per creare un’offerta turistica nuova, capace non solo di attrarre un turismo mordi e fuggi, ma anche visitatori stanziali, che restano più giorni, creando un indotto reale per l’economia locale.
Luca Morazzano