Aria fresca, natura incontaminata, prosciutto buonissimo e un centro storico medievale pressoché intatto. Anche sintetizzati all’inverosimile, i motivi per una capatina a Bassiano non mancano. Anche qui il problema, non è farceli arrivare i turisti, ma trovare i motivi per farceli rimanere. Nei giorni di festa infatti, il paese è pieno in ogni ordine di posti con piazze e vicoletti che sembrano pronti quasi a scoppiare tante sono le persone. Finita la festa però, zaini in spalla, i visitatori ripartono chissà per quali mete, lungi dall’idea di intraprendere un soggiorno tutto lepino che potrebbe essere affascinante e piacevole non poco. A cominciare dalle possibilità di escursione sul Monte Semprevisa, la montagna che sovrasta davanti a Bassiano e tanto caro al famoso alpinista setino Daniele Nardi che proprio sulle pareti rocciose di casa ha mosso le prime scalate che salendo, salendo lo hanno portato su fino alle vette più alte del mondo. Tornando a Bassiano, il suo fascino comincia già nelle sue origini storiche. C’è chi ha scomodato divinità mitologiche ma altri, più credibilmente, hanno chiamato in causa imperatori romani vantando che Bassiano sia stata fondata dall’imperatore Caracalla, o di portare il nome di San Bassiano vescovo di Lodi. La storia di Bassiano ha inizio certamente intorno al X secolo e parte da un piccolo gruppo di pastori e contadini costretto a rifugiarsi, in questo luogo completamente coperto alla vista della pianura, a causa delle continue scorrerie barbariche. Le prime notizie scritte su Bassiano sono databili al 1169. In un documento rinvenuto nell’archivio della collegiata di Santa Maria in Sermoneta si fa riferimento al recupero del Castrum sottratto con l’inganno da un certo Gregorio Leonis ad un Signore di Bassiano. L’area pedemontana ha rappresentato per secoli l’unica porzione di territorio comunale di Bassiano ad affacciarsi ai margini dell’agro pontino: un’area ristretta e molto decentrata che conferma il forte legame esistito tra le due località, e che suggerirebbe che la fondazione del centro collinare si avvenuta con una migrazione a partire dalla più antica località pedemontana quando questa fu abbandonata. Inoltre anche il toponimo di Antignano, o Antignana, ripeterebbe nel nome l’aggettivo “Antonininano”, riferibile sempre a Caracalla e ad una sua Villa la cui esistenza è attestata dalle fonti antiche proprio nelle vicinanze del castrum di Acquaputrida. Nel medioevo Bassiano finisce sicuramente sotto il dominio dei Caetani che però solo all’inizio del XVI secolo, con la costruzione del palazzo Baronale, lasciano un’impronta del loro dominio sul paese. Fu Bonifacio Caetani che nel 1554 fece costruire un importante palazzo, quale rifugio delle insidie della palude e luogo di cura per la sua salute malferma. In quegli stessi anni, un bassanese sta per fare storia inventando il libro. Attraverso il tipografo umanista Aldo Manuzio, il libro diffonde la cultura, le idee e riscatta le genti dall’oppressione dei potenti. Ad Aldo Manuzio e alla sua invenzione è dedicato un museo, attrazione all’interno di un centro storico di per se stupendamente conservato. Al suo interno piccole chiesette tutte da scoprire: Sant’Erasmo , San Nicola e Santa Maria. A tre chilometri dal centro abitato c’è invece il Santuario del Crocifisso, poco più lontano il Santuario della SS Trinita.