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Lettura: ROMA | “Ma per favore con leggerezza”: la casa dei sogni apre dal 12 giugno, tra arte e design
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Mondoreale > Blog > Cultura & Eventi > ROMA | “Ma per favore con leggerezza”: la casa dei sogni apre dal 12 giugno, tra arte e design
Cultura & Eventi

ROMA | “Ma per favore con leggerezza”: la casa dei sogni apre dal 12 giugno, tra arte e design

Ultimo aggiornamento: 10 Giugno 2025 12:22
Redazione Pubblicato 10 Giugno 2025
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Spazio Giallo apre le porte a una mostra che è più di un’esposizione: “Ma per favore con leggerezza” è un viaggio dentro una casa che non esiste, ma in cui tutti possiamo riconoscerci. Un luogo trasformato in un sogno abitabile, dove ogni ambiente – camera da letto, studio, biblioteca, cucina, bagno – diventa espressione di un’anima. Una casa come specchio dell’interiorità, che accoglie memoria, desiderio e stupore quotidiano.

L’ispirazione nasce da domande intime, come quelle del celebre questionario di Proust. Chi sogni di essere, qual è il tuo fiore preferito, dove vorresti vivere? Il visitatore si muove tra queste stanze come dentro un racconto. Ogni spazio è progettato per accogliere opere, oggetti, parole e presenze inedite. A curarla, Carolina Levi e Anne-Claire Meffre, che danno corpo a una visione domestica e poetica del gesto creativo.

Come nei versi di Patrizia Cavalli, da cui il titolo è tratto, la mostra racconta tutto — anche la tristezza — con leggerezza. La casa diventa allora un rifugio delicato, abitato da opere che esplorano la memoria, la gioia e il tempo. Nel soggiorno onirico, Lorenzo Castore presenta un lavoro fotografico dedicato all’appartamento della poetessa, trasformato in mappa emozionale. I suoi scatti, già esposti al MACRO, ora tornano a Roma accompagnati da manifesti inediti e dalla promessa di un libro futuro. Ludovica Gioscia espone tessuti fluttuanti, ritratti di energie affettive. Le sue grandi onde e arazzi, tra cui un’aura dedicata alla figlia Aria, raccontano relazioni invisibili e intime, ispirate alla forma dei portali fantascientifici e allo specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass.

Tra vetri che sembrano sciogliersi e forme che si trasformano, Pia Glassworks racconta crisi e rinascite, con sculture nate per parlare di identità e cambiamento. In contrasto, le opere in vetro di Simone Crestani sono ispirate agli affreschi rinascimentali e uniscono estetica e funzione in una riflessione sulle forme naturali. Stephan Hamel presenta dipinti come ex voto che uniscono spiritualità e cultura pop: la Madonna della Guadalupe e Godzilla convivono nello stesso racconto visivo, fatto di compassione e catastrofi. In cucina, i calici da champagne disegnati da Astrid Luglio compongono un piccolo vocabolario della forma. Ogni bicchiere è diverso, come le personalità che siedono a tavola: un inno alla diversità dei gesti e dei rituali.

L’universo di Sofia Elias, artista e designer messicana al debutto romano, è fatto di ironia e colore. Le sue opere, indossate da popstar e attori, trasformano lo spazio in una scena giocosa, amplificando la relazione tra arte, corpo e oggetto. Delfina Scarpa, in collaborazione con Paraná Studio, costruisce lanterne pittoriche che trasformano la luce in esperienza visiva. Mentre Tommaso Cascella espone tre sculture funzionali — un letto e due sedie — che fondono materia e visione, completando la “stanza da letto” della mostra. Accanto a questi protagonisti, Lucas Zito, designer franco-italiano, porta in mostra la serie di lampade Buoy, poetiche e sostenibili, esposte per la prima volta a Roma dopo la Milano Design Week. Lessico Familiare presenta tre abiti realizzati con materiali tessili di recupero: centrini, tende, camicie che raccontano memorie, assenze e affetti.

La galleria ADA, fondata da Carla Chiarchiaro, propone una serie inedita di disegni di Pietro Librizzi, “Appunti da un viaggio non fatto”, dove il sogno si fa geografia personale. Nella poetica di Alice Casana, il procedimento creativo è simile a quello della tessitura.
Ogni filo è una suggestione, uno stimolo, un invito che arriva dal mondo esterno. In uno stato di semi inconsapevolezza, l’artista intreccia i fili e va a formare, a poco a poco, la trama della sua opera. Les Confidences Illustrées – Piano.P Studio riedita il Questionario di Proust in una versione illustrata. In questa edizione, ogni domanda del celebre Questionario si trasforma in una carta illustrata: un archivio di possibilità, un microcosmo visivo. Ogni immagine è un varco, un invito a scoprire l’altro – e soprattutto sé stessi.

Completano la mostra le opere di Filomena Smola, artista del vetro di origine polacca, e le creazioni di Chiara Berta, SoniaQQ, Benedetto Pietromarchi, Gala Rotelli, Ccontinua + MAMT, Betterpress Lab con Tommaso Garavini e Antiques Par Force. Ogni oggetto, installazione o arredo è inedito, pensato per abitare questa casa immaginata — e, volendo, da abitare davvero. Tutto sarà in vendita.

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Il 12 giugno, la serata inaugurale offre un programma vivo e coinvolgente. Si comincia con “Ti ricordi il futuro?”, performance di YoY Performing Arts con le coreografie di Emma Zani e Roberto Doveri, musiche di Timoteo Carbone e costumi firmati Hache Official. Un lavoro tra danza e visione, curato da Eleonora Tempesta, ispirato al tempo come paradosso.

Segue “Sempre aperto teatro”, lettura-concerto dedicata a Patrizia Cavalli, interpretata da Iaia Forte e accompagnata da Diana Tejera e Fernando Pantini alla chitarra elettrica. Chiude la serata il DJ set di Arianna Del Grosso, tra suoni e suggestioni per vivere la mostra anche come festa.

In questo spazio che diventa casa, il pubblico è invitato a muoversi come tra le stanze della propria interiorità. Una mostra che non cerca la meraviglia a effetto, ma una forma di intimità condivisa. A casa, in fondo, si sta bene.

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