«Le tensioni geopolitiche tra Israele e Iran rappresentano un nuovo shock per l’economia italiana, in particolare per le piccole e medie imprese, già duramente colpite da anni di aumenti energetici, instabilità e incertezza», dichiara Letizia Bongiorno, Presidente di Confartigianato Imprese Latina.
L’attacco delle scorse settimane ha avuto effetti immediati sui mercati energetici: il gas naturale è salito in poche ore del 4%, e il prezzo del petrolio ha registrato balzi fino all’8%. In un Paese come l’Italia, che importa oltre il 90% del gas e il 95% del petrolio consumato, ogni tensione si traduce in costi aggiuntivi significativi per il tessuto produttivo.
Secondo le stime più recenti, un rincaro medio del 20% delle materie prime energetiche rispetto al 2024 potrebbe costare all’Italia oltre 19 miliardi di euro l’anno. Di questi, più della metà graveranno direttamente sulle PMI. «Parliamo di imprese che lavorano già con margini molto ristretti e che ora rischiano di non poter più pianificare investimenti, produzione o stabilità occupazionale», prosegue Bongiorno.
I settori più colpiti? Trasporti, logistica, manifattura, agroalimentare, ceramica, chimica e plastica. In provincia di Latina, queste filiere rappresentano una componente essenziale dell’economia locale. A fronte di rincari del 10-15% su gasolio e benzina, le aziende di trasporto e logistica rischiano di perdere competitività, con ricadute sui prezzi finali e quindi sul potere d’acquisto delle famiglie.
«Servono contromisure tempestive – spiega la Presidente – come il rafforzamento delle agevolazioni alle imprese energivore, nuove garanzie per i costi di approvvigionamento, e soprattutto una strategia nazionale di protezione per le PMI artigiane. Sono loro a rappresentare la spina dorsale dell’economia reale, soprattutto nelle province».
Non tutto è perduto: l’Italia ha fatto importanti passi avanti nella diversificazione energetica, potenziando il TAP e aumentando le riserve strategiche. Ma, conclude Bongiorno, «questi strumenti non bastano se non vengono affiancati da un’azione politica decisa per tutelare il nostro sistema produttivo e sostenere chi, ogni giorno, tiene aperte le botteghe e dà lavoro alle comunità locali».