Un momento per celebrare l’arte e la cultura. È stata inaugurata sabato mattina presso il Museo Archeologico di Sezze la mostra “Un percorso senza tempo. Voci e presenze nell’Arte”. Organizzata in occasione dell’anno giubilare dall’associazione Onirika Edizioni in collaborazione con il Centro Studi San Carlo e patrocinato dal Comune di Sezze, l’esposizione è stata aperta al pubblico con un evento di presentazione alla presenza del sindaco di Sezze Lidano Lucidi e dell’assessore alle politiche culturali Michela Capucilli e il presidente di Onirika Edizioni Simone Di Giulio.
A fare gli onori di casa è stato proprio il primo cittadino che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del lavoro sinergico portato avanti dalle associazioni per promuovere la cultura nel territorio. «Solo attraverso la collaborazione del Comune insieme a tutti i sodalizi del territorio si può cercare di portare avanti una nuova politica culturale. Ogni volta che un’associazione presenta un progetto sta regalando qualcosa alla comunità e collaborando insieme regalano un valore aggiunto, regalando alla città giorni di confronto e investendo su un importante bene immateriale che la cultura».
Un lavoro sinergico apprezzato anche dall’assessore alle politiche culturali Michela Capucilli: «Quello che cerco di fare anche come assessore all’associazionismo è quello di far collaborare e di mettere in contatto varie associazioni, perché secondo me l’unione fa la forza, perché insieme possiamo fare di più e meglio». L’assessore ha poi chiuso il suo intervento ricordando il fitto calendari di eventi che interesserà Sezze per il prossimo aprile, a partire dalla Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, alle celebrazioni in occasione del 25 aprile fino all’immancabile appuntamento della Sagra del Carciofo.
Una soddisfazione condivisa anche dal presidente del Centro Studi San Carlo, Jessica Palombi, che dopo aver preso la parola per ringraziare i vari attori che hanno permesso la realizzazione di questo evento, ha consegnato a ognuno di loro dei doni simbolici.
A raccontare la mostra ci ha pensato il suo curatore Giuseppe Massimini, giornalista e critico d’arte che ha descritto al pubblico lo snodarsi dell’esposizione tra le tre sale del Museo Archeologico, partendo così dalle opere di Pietro Annigoni, Remo Brindisi, Umberto Mastroianni e Luciano Minguzzi, i quattro maestri storici che rappresentano le “voci” dell’arte italiana dei primi del Novecento, per poi passare alle “presenze” del nostro panorama artistico, con lo snodarsi delle opere di artisti locali.
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