Un giovanissimo artista si affaccia alla città con una mostra coraggiosa e naïf. Si tratta della prima esposizione di Jacopo Maria Barge che il Museo d’Arte Diffusa ospita e promuove in Corso della Repubblica 163. Una mostra che Jacopo ha voluto costruire tutta da solo. Ha scelto il luogo dell’esposizione e naturalmente si è “tuffato nel vuoto” alla ricerca di sé stesso nell’elaborazione di un progetto che sa tanto di desiderio. Il Progetto Farò del Servizio Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili del Comune di Latina ha voluto sostenerlo attraverso l’intermediazione della Ninfea Cooperativa Sociale che ha incaricato l’Associazione Culturale MAD di accompagnare Jacopo in questa nuova avventura.
Uno zibaldone grafico quello del giovane Barge che espone oltre 50 disegni su carta, caricature ironiche e ritratti crudi disegnati con la dolcezza della matita, il tratto istintintivo della penna e l’assalto del marker; infine qualche dipinto con pennellate pastose e colori vivi su tele di piccolo e medio formato. Non poteva mancare un murales nello spazio post-espositivo tra Wiquel e HM dove aspettiamo amici e curiosi che vogliono entrare nel mondo distopico e naturalistico di Jacopo Maria Barge.
“Sono Jacopo vivo a Latina da 21 anni. Il disegno, per me è stato un strumento fondamentale in questi ultimi quattro anni. Quando lavoro ogni pensiero viene annullato. Non posso decidere quando farlo, è una cosa che viene da sé. Ho iniziato anche un percorso di studi di moda a Roma. Esprimere e mostrare la mia arte è un’emozione totalmente nuova che quasi mi provoca paura, ma sto riuscendo a superarla! Questi disegni sono stati tutti realizzati in un periodo ben preciso della mia vita, credo molto molto buio, ma una piccola lucina la intravedo; forse è frutto della mia immaginazione ma mi dice di provare…”
La mostra personale disegni e dipinti è a cura di Fabio D’Achille con il testo critico di Francesca Piovan ospitata e promossa dal Museo d’Arte Diffusa dal 14 marzo al 13 aprile 2025. Il Vernissage ci sarà venerdì 14 alle ore 17:00.
Francesca Piovan (Storica dell’Arte) racconta così Jacopo Maria Barge: “Non siamo abituati alla verità. Verità intesa come Socrate insegnava: invero non insegnabile. Verità come sapere dell’anima: Jacopo Maria Barge, e la sua arte, non insegna, semmai richiama. È un richiamo, il suo, al lento pensamento, in quanto oggetto di formulazione della mente o dell’immaginazione. Una mente giovane; giovane nella velocità di assorbimento e di esecuzione materiale; altresì un’immaginazione permeata dal vissuto, magnetica, focalizzata sull’ Io. Anche se quell’Io, spesso ci restituisce, magnanimo, un sé estraneo, pelle che si stacca dal corpo, come pellicola fragile. Scoprendo e denudando un’anima di cristallo. Jacopo Maria Barge è autore e fruitore, di un’arte in divenire, fortemente espressiva, brutalmente vera nel restituire la severa tipizzazione caricaturale e dissacrante dell’autentica umanità. La giovinezza degli Dei trova compimento. Jacopo non appaga la vista, interroga i pensieri, li disarma. Li denuda in un compendio visceralmente emotivo.“
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