Domenica 27 ottobre, al cinema Astoria di Anzio, il candidato sindaco Stefano Bertollini ha presentato ufficialmente le liste che sosterranno la sua candidatura. La coalizione, composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati, riflette l’alleanza attualmente al governo nazionale. L’evento ha visto la partecipazione di esponenti politici di spicco, ma alcune dichiarazioni hanno suscitato reazioni forti, in particolare da parte dell’associazione Reti di Giustizia.
Durante la presentazione, il senatore di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni avrebbe elogiato la gestione passata del comune di Anzio, dichiarando che “Anzio è una città che è sempre stata ben amministrata, Bertollini raccoglie un comune ben gestito.” Alle sue parole si è aggiunta la voce di Marco Di Stefano di Noi Moderati, che ha affermato: “L’inchiesta che ha portato al commissariamento non ha portato a contestazione alla politica locale, la magistratura deve restare al suo posto rispetto a chi si impegna per governare i territori con onestà e competenza.”
Le dichiarazioni hanno portato Reti di Giustizia – il sociale contro le mafie a rispondere duramente, contestando la visione positiva della passata gestione. “Se fossero vere, ci troveremmo di fronte a un ribaltamento della realtà,” ha replicato l’associazione, ricordando che Anzio e Nettuno sono stati commissariati nel novembre 2022 per accertate ingerenze della criminalità organizzata. Il Ministero dell’Interno aveva infatti sciolto i comuni a causa dell’influenza della ‘ndrangheta, che aveva compromesso la libera determinazione delle amministrazioni.
Il processo Operazione Tritone, attualmente in fase di chiusura al Tribunale di Velletri, ha portato alla luce presunti legami tra membri della giunta locale e la ‘ndrangheta, con alcuni politici accusati di aver cercato l’appoggio dell’organizzazione criminale. Il pubblico ministero Giovanni Musarò ha infatti sottolineato come “diversi politici di Anzio e Nettuno hanno chiesto l’appoggio della ‘ndrangheta.”
Reti di Giustizia ha quindi sollevato perplessità riguardo alla dichiarazione di Di Stefano sul ruolo della magistratura, chiedendo: “La magistratura non dovrebbe ‘permettersi’ di perseguire i reati di politici corrotti che scambiano voti e appalti con la criminalità organizzata?”
L’associazione ha concluso ribadendo che il cammino verso una gestione libera da ingerenze mafiose è ancora lungo e complesso: “La ‘ndrangheta è presente nel nostro territorio da almeno tre decenni, e non sarà facile ripristinare un rapporto corretto tra cittadini, economia locale e pubblica amministrazione, ma noi non smetteremo di impegnarci per questo.”