Il passaggio da PPI (Punto di Primo Intervento) a PAT (Punto di Assistenza Territoriale) è ormai solo questione di tempo per il presidio sanitario di Sezze. Stando a quanto riportato da alcuni membri della maggioranza consiliare, l’unico vero cambiamento consisterà nelle ultime due lettere dell’acronimo, permanendo, a loro dire, invariati, tanto i servizi offerti quanto il personale impiegato, ma la minoranza non ci sta e paventa uno scenario decisamente meno rassicurante. La questione che ruota attorno all’imminente chiusura dei Punti di Primo Intervento della provincia di Latina, in ossequio al decreto ministeriale n.70 del 2015, tiene banco da ormai quasi due anni nelle varie sedi istituzionali predisposte, occasione per ritornare sul tema è stata l’ultimo question time, nel corso del quale l’esponente de Il Biancoleone, Serafino Di Palma, è tornato ad incalzare la giunta comunale guidata da Sergio Di Raimo sul tema dell’assistenza sanitaria. A detta del consigliere di minoranza, la rimodulazione da PPI a PAT comporterebbe un considerevole ridimensionamento dell’offerta sanitaria attualmente fornita, con gli stessi Punti di Assistenza Territoriale che altro non sarebbero se non un servizio minimo e poco utile ai fini della tutela alla salute dei cittadini. Di tutt’altro avviso l’assessore ai Servizi Sociali, Andrea Campoli, che, nel rispondere alle accuse avanzate dalla minoranza, ha spiegato come gli interventi del sindaco e del presidente del consiglio abbiano consentito di mantenere il servizio pressoché invariato, senza rinunciare all’apertura h24, senza decimare il personale di medici e infermieri incrementando, al contrario, le potenzialità alla struttura stessa. “Le tecnologie attualmente a disposizione del presidio – ha dichiarato l’ex sindaco di Sezze – si arricchiranno con la diagnostica radiologica che a breve verrà istallata, inoltre, sono state codificate delle regole per la gestione dei pazienti tempo-dipendenti che saranno immediatamente stabilizzati e trasportati al DEA, in modo da garantire un trattamento tempestivo a coloro che versano in condizioni di emergenza”. Non sono però parse persuasive le argomentazioni dell’assessore Campoli agli occhi del consigliere Di Palma che, facendo riferimento all’esperienza della struttura sanitaria di Anagni diventata PAT nel 2018, ha messo in guardia l’assise sull’eventualità che il presidio possa finire alla mercé di medici di famiglia non specializzati che, a quel punto, si limiterebbero a visitare i pazienti nei locali della Casa della Salute.
Francesca Leonoro
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.