“Mancano due anni alle elezioni e già possiamo fare un bilancio dell’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Di Giorgi. Le questioni importanti sono rimaste irrisolte: il sindaco, ancora prima di essere eletto, ben sapeva che il cimitero, la metro leggera, i parcheggi a pagamento a gestione Urbania, la Slm, le Terme di Fogliano, la Latinambiente, sono buchi di un grande colabrodo. Sapeva però anche che, una volta incaricato dai cittadini alla guida della città, avrebbe dovuto porre rimedio. Se guardiamo al nostro Comune, capiamo invece quanto spreco le precedenti amministrazioni abbiano autorizzato e quanto sia stato taciuto da quella attuale. A tre anni dal suo insediamento, dobbiamo prendere atto che, oltre al non fatto, è evidente l’incapacità di trattenere fondi regionali ed europei (si prenda ad esempio il mezzo milione perso per via Cimarosa) ed il costo di figure dispendiose la cui ricaduta positiva è ancora tutta da verificare”. La consigliera comunale del Pd di Latina, Nicoletta Zuliani, risponde alle critiche mosse dal sindaco Di Giorgi e dal presidente della commissione Bilancio Gianni Chiarato nei confronti del premier Matteo Renzi e delle manovre economiche messe in atto dal suo Governo, come ad esempio quella riguardante gli 80 euro in busta paga, che nella loro opinione andrebbe ad intaccare i già magri conti degli enti locali. “In realtà il ‘rosso’ degli enti locali è dovuto ai tanti sprechi posti in essere dalle relative amministrazioni, e non si può pensare di attribuire a Renzi (che già facendo delle riforme rivoluzionarie per l’Italia) questa colpa. I responsabili sono invece gli anni di amministrazione poco efficiente e di sprechi. In particolare il sindaco è responsabile della gestione delle finanze dell’Ente degli ultimi tre anni. Chiarato, che per il ruolo che ricopre, ha poi un quadro d’insieme nitido e ben sa quali sono le cause dei problemi economici del Comune: spreco di risorse, finanziamenti persi e contratti troppo costosi per le possibilità dell’Ente”. L’esempio che Zuliani porta in evidenza è, ancora una volta, quello delle dirigenze: “Mentre prima il capo di gabinetto del Comune aveva un contratto di collaborazione gratuita, ora non è più così. Non c’era poi la figura del Direttore Generale, che invece oggi è stata istituita. E ancora il “balletto” delle poltrone di assessori, dirigenti e presidenti: oggi abbiamo tre dirigenti di area, di cui non si sente la necessità, che ci costano 250mila euro all’anno. Questo tipo di gestione è dannoso e costoso, perché appartiene ad un vecchio modo di fare politica inconcludente, basato sui nomi e non sui temi, dai quali viene quindi spostata l’attenzione. Non vanno dimenticati nella lista gli sprechi: il Comune non ha ancora una centrale di acquisti per tutti i servizi, non ha un ufficio unico per la gestione delle utenze, oppure un unico ufficio per il controllo e la gestione dei rapporti con le partecipate. Ho già sollecitato questo problema in discussione di bilancio consuntivo, nel consiglio del 28 aprile scorso. Come può l’amministrazione restere ancora indifferente a questi sprechi e, per giunta, attribuire la colpa delle proprie mancanze ad altri?”.