723mila ragazzi i cui percorsi sono stati ingiustamente interrotti, per i quali le istituzioni non offrono speranze. Sono questi i numeri di Libera, che nella Giornata Mondiale della Lotta contro la povertà traccia un bilancio disastroso soprattutto per il Sud della penisola. Secondo i dati la disoccupazione reale arriverebbe alle soglie del 28%, con 9.563.000 persone in condizioni di povertà relativa, cioè costrette a vivere con meno di 506 euro al mese. A questi si sommano 4 milioni e 814 mila persone che si trovano addirittura in povertà assoluta, nell’indigenza. Il dato sconvolgente riguarda la povertà dei minorenni, il cui 7% in Italia vive in condizione di povertà assoluta. Dati che collocano il nostro Paese al primo posto in Europa per ciò che riguarda la povertà minorile. Ma Libera pone l’accento anche sulla povertà culturale, con 6 milioni di persone analfabete: “La lotta alla povertà – ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Gruppo Abele e Libera – parte dalla giustizia sociale. Parte da politiche che favoriscono la dignità delle persone, senza eccezioni né discriminazioni. Parte dai diritti che stanno a fondamento di ogni società che voglia dirsi civile: il lavoro, la casa, l’istruzione, l’assistenza sanitaria. Ma non bisogna dimenticare, accanto alla povertà materiale, quelle immateriali. La povertà di senso, la povertà culturale, la povertà politica. Il risanamento economico – continua don Ciotti – non può prescindere da un profondo rinnovamento etico, da un superamento degli egoismi, dal riconoscimento dei legami sociali. Avremo vinto la povertà non solo quando saremo liberi dal bisogno, ma quando avremo scoperto che la libertà, come la speranza, sono beni collettivi, che tocca a ciascuno di noi promuovere e diffondere”.