Un presidio di solidarietà e una serata di sensibilizzazione culturale: sono queste le iniziative annunciate da alcuni gruppi attivi sul territorio in sostegno della popolazione palestinese e dei tre imputati Anan, Ali e Mansour, al centro di un processo che si concluderà il 19 dicembre a L’Aquila.
Nel comunicato diffuso dagli organizzatori, viene denunciato il protrarsi della crisi umanitaria in Palestina e vengono espresse posizioni critiche sui recenti sviluppi legislativi italiani, ritenuti restrittivi rispetto alle manifestazioni e alle espressioni pubbliche sul tema. Secondo gli attivisti, la mobilitazione rimane “fondamentale per mantenere alta l’attenzione sul conflitto e sulle sue conseguenze civili”.
La mattina del 19 dicembre, alle ore 9:30, è previsto un presidio davanti al Tribunale di L’Aquila in concomitanza con l’ultima udienza del processo che vede coinvolti i tre palestinesi Anan, Ali e Mansour. Gli organizzatori definiscono il procedimento “ingiusto” e invitano cittadini e associazioni a partecipare.
Sempre il 19 dicembre, alle 20:30, presso la ex Claudia di Aprilia, sarà proiettato il film “From Ground Zero”, progetto collettivo ideato dal regista palestinese Rashid Masharawi. La serata ha carattere solidale: i contributi raccolti saranno destinati all’ospedale Al Awda di Gaza. Per partecipare è richiesta la prenotazione ai numeri 3476680972 e 3343889871.
Il film: 22 cortometraggi sulla memoria e sulla resistenza creativa
From Ground Zero nasce dall’esigenza di preservare la memoria degli eventi vissuti dalla popolazione palestinese. È composto da 22 cortometraggi realizzati da altrettanti giovani cineasti che, attraverso linguaggi diversi — dalla fiction al documentario, dall’animazione al video sperimentale — raccontano la quotidianità di Gaza tra distruzione, resilienza e desiderio di futuro.
Ogni episodio, della durata di pochi minuti, offre uno sguardo personale sulla vita nel territorio: tra macerie, lutto, tentativi di normalità e momenti di creatività che diventano essi stessi un atto di resistenza culturale. Ricorrenti nei corti sono i volti dei bambini e la spiaggia di Gaza, simboli di fragilità ma anche di speranza.



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