“È passato oltre un mese da quando il sindaco ha ritirato le deleghe agli assessori.
Una scelta che svuota completamente di significato il ruolo stesso degli assessori, costretti a restare formalmente in carica ma privati di ogni funzione reale, esposti così a un’umiliazione istituzionale: percepire un’indennità senza poter svolgere il proprio lavoro non è solo un problema etico, ma anche una questione di dignità personale. Ma il punto non è soltanto la sorte degli assessori.
Il vero nodo riguarda il funzionamento della macchina amministrativa.
Già in condizioni “normali” questa giunta si era distinta per lentezza, disorganizzazione e scarsa incisività.”
Lo dichiara in un pezzo Arcangelo Palmacci, segretario Provinciale di Azione e locale di Terracina in Azione.
“Ora, a questa inefficienza politica cronica, si aggiunge un vuoto istituzionale ancora più preoccupante: un’amministrazione sospesa, settori comunali senza guida politica, dirigenti senza indirizzi chiari, decisioni rinviate o ferme. Piove sul bagnato.
Così, giorno dopo giorno, cresce la sfiducia nei cittadini, cresce la percezione di una città abbandonata, senza governo, senza direzione.
Ma il tempo dell’attesa non è neutro: ogni giorno senza una squadra di governo operativa è un giorno perso per affrontare urgenze, programmare interventi, intercettare risorse, rispondere ai bisogni concreti della comunità. Se esiste una crisi politica, il sindaco la chiarisca. Se è in corso un riequilibrio, lo porti a compimento.
Se non ci riesce, “si tiri il rigo” e si torni davanti ai cittadini, evitando alchimie e maggioranze a geometria variabile. Ma ciò che non è più accettabile è questa sospensione indefinita dell’amministrazione, come se la città potesse andare avanti da sola. Non è così. Governare significa assumersi responsabilità, anche e, direi, soprattutto nei momenti difficili.
Il sindaco ha il dovere politico e istituzionale di restituire piena funzionalità all’azione amministrativa.
Basta rinvii. Basta silenzi.”


