Il 28 novembre 2000 faceva il suo debutto online il portale fotografico della città di Sezze setino.it, da lì la sua attività non si è mai fermata. La giornata di oggi, infatti, segna un importantissimo traguardo per il sito web che spegne le sue prime 25 candeline.
Un quarto di secolo ricco di cambiamenti storici e culturali, in cui il portale è sempre stato protagonista, grazie alla cura e alla devozione del suo fondatore, Ignazio Romano. L’obiettivo primario è sempre stata la promozione del territorio di Sezze e delle sue ricchezze in tutto il mondo.
Romano e la sua ambiziosa “creatura”, ideata dopo un corso universitario sulla multimedialità nel lontano 1999, si sono fatti largo in un mondo in cui di multimediale c’era ancora molto poco e le potenzialità di internet erano limitate. Prima dell’avvento dei social network e degli smartphone, setino.it è riuscito a imporsi e a creare uno spazio interamente dedicato a Sezze che, ancora oggi, nonostante tante difficoltà, centra in pieno l’obiettivo per il quale è nato.
“In rete dal 28 novembre del 2000, il Portale fotografico Setino è stato ideato nel marzo del 1999 a 10 anni dalla nascita del World Wide Web. Con l’ambizioso obiettivo di promuovere il patrimonio pubblico del territorio di Sezze, quello di cui a livello nazionale parla chiaramente l’articolo 9 della Costituzione della Republica Italiana, Setino.it negli ultimi venticinque anni ha provato ad arrestare quella emorragia culturale già in atto da tempo, promuovendo tutte le iniziative possibili. – dichiara Ignazio Romano – Solo 25 anni fa a Sezze esistevano ancora tesori oggi andati perduti, che nessun amministratore ha saputo proteggere. Luoghi, beni e servizi non più disponibili di cui restano solo ricordi e fotografie. Tutto questo nonostante il fiume di denaro pubblico disponibile.”
Il fondatore di setino.it continua: “Ricordiamo solo nei primi anni 2000 il progetto STILe, con i suoi 40 mila euro per il solo comparto dei Lepini, doveva promuovere lo Sviluppo Turistico; oggi il PNRR, o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che a livello nazionale con i suoi 191,5 miliardi di euro ha lo scopo di far ripartire l’economia dopo la crisi pandemica, promuovendo la transizione ecologica e digitale, migliorando la formazione e creando maggiore equità sociale, territoriale e di genere.
Finanziamenti pubblici non sempre utilizzati, speso investiti scriteriatamente ed affidati dalla Regione a enti che avrebbero il compito di difendere e promuovere il patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale, ma che spesso lasciano solo danni irrimediabili.
E così slogan come “dal basso verso l’alto” oppure “le persone al centro” non sono serviti a rendere meno scellerate le scelte compiute ai danni del patrimonio pubblico che oggi versa nelle condizioni peggiori mai registrate.
Tutto all’insegna dell’incoerenza, della mancanza di capacità e professionalità adeguate, in un mare di autoreferenzialità e senza una visione condivisa e concreta degli obiettivi.”
“Eppure esiste una strada per ridare dignità al paese e la giusta considerazione al suo patrimonio, ed è seguendo la via maestra, che parte dal rispetto per le leggi dello Stato, passa per le professioni e le competenze ed arriva alla partecipazione e alla condivisione dei beni e dei servizi che vanno restituiti al cittadino e alla comunità intera.”, conclude Ignazio Romano.


