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Mondoreale > Blog > Speciali > ViteRe@li > Relazioni? Parliamone!
ViteRe@li

Relazioni? Parliamone!

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre 2025 18:44
Alessia Giannatempo Pubblicato 12 Settembre 2025
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Di recente ho (re) iniziato a leggere un libro, di uno studioso che apprezzo moltissimo, un sociologo di fama mondiale, Zygmunt Bauman, un libro che parla di relazioni umane, dal titolo “Amore Liquido”, al quale sto dando una seconda lettura in quanto ritengo che un libro, per essere apprezzato a pieno, debba essere letto due volte. La scelta di questa rilettura non è casuale. La parola relazióne s. f. [dal lat. relatio–onis, der. di referre «riferire», part. pass. relatus]racchiude in sé il senso profondo del suo “compito”: mettere in connessione, creare un ponte, instaurare una corrispondenza. La relazione non si limita dunque a descrivere un legame, ma evidenzia il tessuto vivo che unisce due o più elementi. Essa può manifestarsi in forme diverse – essenziali o accidentali – e riguardare tanto gli oggetti quanto i fatti, le situazioni e le attività, le persone e i gruppi, le istituzioni e le categorie, i fenomeni, le grandezze o i valori. In ogni caso, la relazione sottolinea la dinamica dell’incontro e dell’influenza reciproca: è il filo che tiene insieme realtà differenti, che permette il dialogo e la trasformazione, che rende possibile la nascita di significati condivisi. In questo senso, parlare di relazione significa evocare un processo dinamico, non un semplice stato di fatto: un intreccio di connessioni che si costruisce e si rinnova costantemente, generando effetti concreti nella vita individuale e collettiva. È infatti sorprendente pensare come però queste relazioni, queste trame siano in realtà un qualcosa di altamente precario, instabile, specialmente oggi.

Secondo alcune indagini condotte dall’ENPAP (la cassa previdenziale degli psicologi), la domanda di prestazioni psicologiche cresce a un ritmo annuo del 3-5%. “Non sorprende che le relazioni siano uno dei principali motori dell’odierno boom delle consulenze” e in effetti un’analisi comparativa ha evidenziato che tra le principali problematiche per cui ci si rivolge a uno psicologo spiccano le dinamiche di coppia, le quali rappresentano cioè l’11,4% delle richieste, osservando perciò come molte persone cerchino un supporto psicologico per affrontare difficoltà relazionali, sia attraverso percorsi di coppia sia tramite terapie individuali orientate alla risoluzione di problematiche affettive. L’argomento relazioni è in così sulla bocca di tutti. Secondo Heidegger in realtà, “le cose si rivelano alla nostra coscienza solo attraverso la frustrazione che provocano”. E torniamo perciò a Bauman. Tra le pagine si legge: “Per quanto abbia potuto imparare sull’amore e l’innamoramento, la tua sapienza può giungere solo, come il Messia di Kafka, un giorno dopo il suo arrivo”. Oggi le relazioni, (siano esse amorose, amicali, di lavoro o chi più ne ha più ne metta) vivono in costante bilico, in dubbio, per una serie di fattori che hanno completamente rivoluzionato la modernità, che appunto Bauman chiama liquida. Liquida perché di fatto lo è, pensiamoci un attimo: è tutto molto veloce, fluido, tutto molto “disponibile”, o “ a disposizione”, in un mare magnum esteso, talvolta disorganizzato, di “occasioni” fluttuanti e da cogliere al volo. C’è “sempre” qualcosa di “migliore” dietro l’angolo, e questo qualcosa, genera incertezza, e quanta ne genera! “Oggigiorno l’attenzione dell’uomo tende a incentrarsi sulle soddisfazioni che le relazioni si spera arrechino”,se si chiedesse agli abitanti di Leonia – una delle città immaginate da Calvino – quale sia la loro inclinazione più autentica, risponderebbero che essa risiede nel continuo desiderio di rinnovarsi, nel piacere di abbandonare il vecchio per lasciarsi attrarre da ciò che appare nuovo e diverso. Di fatto i residenti della società moderna, iperconnessa, iperstimolata, liquida, non sono così distanti dai cittadini di Leonia, anche se dicono una cosa ma in realtà ne pensano un’altra, ovvero affermano il loro desiderio di instaurare legami e relazioni, tuttavia sono preoccupati di come evitare che gli stessi si condensino. Un po’ come non voler giocare una partita per paura di perderla e non rendersi conto che equivale esattamente a perdere.

Beh, una bella gatta da pelare! Certo, si fa per parlare. Non è una legge applicabile a tutti, il cosiddetto “di tutta un’erba un fascio”, è però una realtà con la quale fare i conti. Io però ci spero, ci spero ancora. Perché anche se viviamo in un’epoca che sembra correre veloce, fatta di scorciatoie, like immediati e relazioni usa-e-getta, credo che l’amore – quello vero – non sia affatto superato. Certo, richiede impegno, pazienza, dedizione; chiede di saper guardare oltre il proprio ego e di imparare a voler bene all’altro con la stessa cura che si riserva a sé stessi. Non è facile, anzi a volte sembra quasi andare controcorrente. Eppure è proprio questa sua “difficoltà” a renderlo speciale: perché l’amore autentico non si consuma, si costruisce giorno dopo giorno, tra errori e ripartenze, tra gesti piccoli e promesse silenziose. È un’arte, fragile e potente insieme, che non si compra e non si improvvisa, ma che, quando la si coltiva, diventa una vera e propria rivoluzione personale. Una scelta libera e quotidiana, che può regalare il senso più profondo di futuro e di libertà.

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