L’Arena del Mare di Sabaudia ha vibrato di energia e emozioni con l’arrivo di Rocco Hunt e il suo tour Ragazzo di giù. Un titolo che è molto più di un nome: è un manifesto. In 14 tracce, l’artista racconta la vita nei quartieri popolari, il riscatto personale, l’amore e l’ambizione, senza mai dimenticare le proprie radici.
Oggi Rocco è al centro della scena musicale italiana — dalle classifiche al Festival di Sanremo 2025 con Mille volte ancora — ma non smette di portare fieramente sul palco la sua storia. A Sabaudia, tra una hit e l’altra, ha reso omaggio ai colleghi che hanno collaborato al disco, da Gigi D’Alessio (Giura) a Irama (Cchiu bene e me).
Il concerto ha alternato momenti di intensa emozione, come con Bonafortuna, storia di una donna che ritrova se stessa dopo una relazione tossica, e Spero che Dio non me la porti via, delicata dichiarazione di amore e timore di perdere ciò che si ha di più caro, a esplosioni di puro divertimento con le sue hit estive: Ti volevo dedicare, i tormentoni con Ana Mena ed Elettra Lamborghini, e la recente Oh ma con Noemi, cantata e ballata insieme al pubblico.
Ma il “Ragazzo di giù” non dimentica mai le sue origini: Vieni con me, Ho scelto me, O’ mare o’ sole e Capocannonieri hanno fatto saltare l’Arena. Gran finale con il brano che nel 2014 lo fece vincere tra le Giovani Promesse di Sanremo: Nu juorno buono, cantato a squarciagola da un pubblico che non voleva più lasciarlo andare.



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