Sabato 24 maggio alle ore 10.30, presso il Castello Baronale, lo scrittore Mario Avagliano su iniziativa del Comune di Maenza e della Proloco, presenterà “L’uomo che arrestò Mussolini”, che tratta la storia del tenente dell’arma dei carabinieri Giovanni Frignani.
L’evento sarà inizialmente presentato dal sindaco di Maenza Avv. Loreto Polidoro, per poi proseguire con la presentazione del libro con un doppio intervento dell’Avv. Alessandro Pucci insieme allo scrittore Mario Avagliano; in un secondo momento verà ricordata, da Nino Cardone, anche la cittadinanza onoraria conferita all’Arma dei Carabinieri del 2011. In conclusione si aggiungerà il riconoscimento a Siria Polidoro, per essere la prima donna Carabiniere di Maenza.
Un racconto storico ed emozionante, che esplora una delle vicende forse meno conosciute relative alla resistenza italiana al nazi-fascismo. Nato a Ravenna nel 1897, Frignani si distinse fin da giovane per la sua integrità e il senso del dovere, qualità che lo avrebbero reso una figura chiave nei momenti più drammatici della storia d’Italia.
Il 25 luglio del 1943, Frignani ebbe un ruolo cruciale nell’arresto di Benito Mussolini, eseguendo l’ordine del comando generale dopo il colloquio del Duce dimissionario dal Re Vittorio Emanuele III. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e l’occupazione tedesca di Roma, Frignani scelse di non collaborare con i nazisti e si unì alla Resistenza. Divenne uno dei leader della rete clandestina dei Carabinieri, lavorando per mantenere i collegamenti tra i gruppi partigiani e il governo italiano in esilio.
Catturato dalla Gestapo il 23 gennaio 1943, fu torturato nel famigerato carcere di via Tasso a Roma e la moglie fu costretta ad assistere. Venne ucciso il 24 marzo 1944 durante l’eccidio delle Fosse Ardeatine, insieme ad altri 334 italiani, e 11 commilitoni come rappresaglia per l’attentato partigiano di via Rasella.
Mario Avagliano ci racconta di uno uno dei volti più coraggiosi e nobili della Resistenza italiana, un uomo che ha sacrificato la propria vita per la libertà del suo Paese, insignito nel dopoguerra della medaglia d’oro della Resistenza. Oggi è ricordato come un esempio di lealtà, coraggio e spirito patriottico e la presentazione del libro in suo ricordo è la testimonianza che tra i protagonisti della lotta al fascismo italiana non c’erano esclusivamente partigiani di una sola provenienza politica e ideologica.




Devi effettuare l'accesso per postare un commento.