Nella serata di ieri, alle ore 21, nella cattedrale di San Marco a Latina, il vescovo Mariano Crociata ha presieduto la messa di ringraziamento per la recentissima elezione del papa Leone XIV. Nell’omelia presentata dal vescovo si scorgono quali sono gli auguri e le aspettative per la chiesa del futuro.
[…]“Scorrendo i molti commenti e parole di augurio che sono stati indirizzati al nuovo Papa, possiamo notare come per lo più essi si fermano sulla figura del cardinale Prevost per sottolinearne l’una o l’altra qualità. Questo è pienamente legittimo, e del resto abbiamo bisogno di conoscere la persona che concretamente ha assunto la missione di nuovo pastore della Chiesa universale. Io stesso allora potrei testimoniare che ci troviamo di fronte a una persona mite e forte allo stesso tempo, e potrei ulteriormente arricchire l’elenco delle doti che la corredano. Ma noi non siamo qui per tenere un talk show o una conversazione da salotto; noi siamo convenuti in cattedrale per compiere un atto di fede, siamo qui per ringraziare e celebrare la bontà di Dio che continua a guidare la sua Chiesa donandole, per il tempo che abbiamo dinanzi, una nuova guida nella figura di papa Leone XIV – ha dichiarato il vescovo Crociata – Ogni volta che avremo modo di vederlo, di ascoltarlo, di pregare per lui nella liturgia eucaristica o in altri momenti, dovremo avere cura di ricordarci che egli è il segno primo e per eccellenza che il Signore continua a guidare la sua Chiesa e non l’abbandona nemmeno in questi tempi, difficili non solo per la fede e per la Chiesa, ma anche per la società e per il mondo intero.”
Il vescovo ha poi voluto sottolineare quanto questo evento sia straordinariamente collegato all’anno del giubileo : […] “ L’anno di grazia di cui parla ancora il profeta – e davvero questo anno giubilare si sta rivelando straordinario – è il tempo nel quale Dio ha deciso di agire portando liberazione e sollievo a tutti quelli che sono nella prova, a noi che sperimentiamo limiti di ogni genere, di natura materiale e di qualità spirituale, a motivo delle nostre fragilità e della lentezza nel rispondere alla chiamata del Signore su di noi. Il nuovo pontefice ci ha detto nel suo primo saluto che non dobbiamo avere paura, perché il Cristo risorto ci dona la sua pace e, sostenuti da essa, possiamo camminare insieme, mano nella mano con Dio e tra di noi, aiutandoci a costruire ponti tra di noi e con tutti attraverso l’incontro e il dialogo.” […]
“Credo che il Papa abbia voluto trasmetterci, fin dalle sue prime parole, questa circolarità dell’amore e questo amore di predilezione dal quale per primo egli si è sempre sentito avvolto e ora in modo speciale nella chiamata al nuovo ministero di successore di Pietro – ha specificato il vescovo – […] Il Papa ha voluto sottolineare l’intreccio inestricabile tra il dono dell’amore di Dio e la nostra adesione ad esso con l’osservanza del comandamento dell’amore – ha e lo ha fatto accostando «il dono di Dio e il cammino da percorrere per lasciarsene trasformare, dimensioni inscindibili della salvezza, affidate alla Chiesa perché le annunci per il bene del genere umano». Da qui egli comincia come pontefice, da Gesù, dalla Chiesa, dalla nostra risposta e adesione umana al dono di Dio, e questo per il bene di tutto il genere umano.” […]
In conclusione ha voluto citare la stessa omelia presentata dal papa : “Mi piace chiudere citando ancora l’omelia di oggi di Leone XIV, che dice bene fino a qual punto il primato di Cristo arriva per chi comprende nella sua luce il ministero che ha avuto affidato, perfino il più alto. Con riferimento a sant’Ignazio di Antiochia e al suo desiderio di consumarsi totalmente per Cristo, egli ha detto: «un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv 3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo”