Con la sua ampia offerta formativa l’Istituto “San Benedetto- Einaudi – Mattei” di Latina ha aperto le porte dell’anno scolastico ai suoi oltre mille alunni (per la precisione 1109 per il diurno e oltre 60 al serale). Un istituto capace di formare una serie di figure professionali che una volta uscite ha la capacità non solo di soddisfare le ingenti richieste di capitale umano delle aziende, ma che con la sua preparazione permette ai suoi diplomati (circa 300 quelli previsti per quest’anno) di continuare gli studi nell’ambito degli Istituti tecnici o universitari. In occasione dell’inizio dell’anno scolastico, abbiamo scambiato due chiacchiere con il suo dirigente scolastico, Ugo Vitti, per fare il punto della situazione di un istituto con tre sedi dislocate nel capoluogo.
Com’è strutturata l’offerta formativa del “San Benedetto- Einaudi – Mattei” ?
“Per quanto riguarda il San Benedetto abbiamo i due percorso tecnici Chimico e Agrario, che preparano all’università e agli ITS, sono a mezza strada tra il liceo e un professionale e sono molto richiesti. Poi abbiamo i professionali. Nella sede del San Benedetto abbiamo l’agrario ed “Enogastronomia e recettività alberghiera”. Al Mattei invece abbiamo due percorsi: “Manutenzione e assistenza tecnica” che tipicamente prepara gli elettricisti, gli idraulici. E poi uno dei nuovi percorsi che si chiama “Made in Italy meccanica”. Infine nell’offerta formativa dell’Einaudi abbiamo “Odontotecnico”, “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale”, “Ottico” e “Servizi commerciali”. Abbiamo anche i corsi serali con dei percorsi professionali che seguono un altro ordinamento rispetto a quello della mattina, con alberghiero di cui quest’anno dovremo riuscire ad avviare il primo periodo didattico, agrario di cui abbiamo la seconda parte del secondo periodo didattico (una quarta) e un terzo periodo (una quinta). Per l’Einaudi-Mattei invece abbiamo attivato un percorso di quinta articolato su Manutenzione e assistenza tecnica e Tecnico dei servizi sociali”. Noi puntiamo molto sui Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) per i ragazzi, con i quali siamo riusciti anche a mandare 60 studenti a fare esperienze all’estero.
Quali sono gli sbocchi professionali?
“Principalmente l’inserimento nel mondo del lavoro. I nostri studenti sono molto richiesti dalle aziende, se avessi il doppio degli studenti non riuscirei comunque a soddisfare la loro richiesta. La maggior parte viene quindi impiegata ed entra nel mondo del lavoro, ma alcuni scelgono invece di continuare la loro formazione con gli Istituti Tecnici Superiori e iscrivendosi a corsi di laurea professionalizzati”.
Com’è stata la situazione post covid? Come l’avete affrontata?
“Abbiamo notato che c’è un buco di competenza di tipo relazionale che si lega all’apprendimento. I due anni di covid alle scuole del primo ciclo hanno creato un buco di relazione che stiamo tentando di colmare attraverso un campus pomeridiano. Dalle 14 alle 17 c’è un supporto di docenti, di educatori che fanno da supporto allo studio e abbiamo attivato degli accordi con delle società sportive come basket, bushido. Ma anche delle attività coordinate dagli psicologi. Quest’anno siamo partiti con un progetto che si chiama “Contatto di accoglienza alle classi prime” così restituiamo socialità per vedere se ci sono delle mancanze nella costruzione della persona”.
Avete registrato fenomeni di dispersione scolastica?
“Più che dispersione registriamo quella che definirei una mancanza di orientamento coerente con i desideri del ragazzo. Bisogna che ci sia maggiore attenzione a cosa vuole fare realmente lo studente e indirizzarlo al meglio”.
Vuole fare un augurio ai suoi studenti?
“L’augurio è che questo anno scolastico sia un anno di formazione alla propria felicità, che significa realizzare ciò che il ragazzo desidera davvero, di fare tesoro del tempo che hanno a disposizione, sfruttando anche tutte le occasioni che offre loro la scuola, soprattutto l’occasione di incontro con i docenti che sono comunque delle persone forti che rappresentano un punto di riferimento nella vita dello studente, insieme alla famiglia. E poi per chi dovrà fare delle scelte di scegliere bene l’azienda, preferendo in una prima fase chi fa formazione”
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