940 iscritti e nove indirizzi tra cui scegliere. Percorsi, sbocchi lavorativi e un futuro con una crescita importante. Sono questi i dati che emergono per l’Istituto di Istruzione Superiore Statale Galilei-Sani di Latina. La Dirigente Scolastico, la Dott.ssa Marina Palumbo, presenta con soddisfazione quella che sarà l’offerta formativa per il nuovo anno scolastico e traccia un bilancio di quelle che sono state le difficoltà affrontate durante gli anni della ripresa dalla pandemia per il Covid-19.
L’istituto si trova in Via Amilcare Ponchielli, una traversa di Via Don Torello, non lontano dal Parco Falcone e Borsellino. Tra i nove indirizzi disponibili, gli studenti possono scegliere tra: meccanica, elettronica, elettrotecnica, nautica, aeronautica, chimica, informatica, grafica e comunicazione e costruzione ambiente e territorio. Inoltre, un lavoro certosino con le aziende perfette ai ragazzi di entrare e conoscere il mondo lavorativo già a partire dalla fine del quarto anno.
Il numero degli iscritti del Galilei-Sani per l’anno scolastico 2024/2025 e la sua offerta formativa
“Durante lo scorso anno scolastico ci siamo adoperati con una serie di open day, organizzati nella giornata di sabato, sia mattina che pomeriggio. Le iscrizioni sono state aperte per una finestra temporale abbastanza lunga, perché in genere erano 20 giorni e questo ci ha consentito di aprire la scuola al territorio. Durante queste giornate non solo si visitava la scuola, ma si parlava con i professori, si spiegava quelle che erano le discipline e le ore di laboratorio. Come iscrizioni siamo a un buon punto, perché abbiamo fatto 13 classi prime e quest’anno mi hanno dovuto dare dei locali in più nell’istituto adiacente, il Mattei, proprio perché non ho più dove mettere gli alunni. Abbiamo 940 iscritti al momento e il numero è molto in crescita. Questa scuola poi ha nove indirizzi: meccanica, elettronica, elettrotecnica, nautica, aeronautica, chimica, informatica, grafica e comunicazione e costruzione ambiente e territorio, l’ex geometra. Con nove indirizzi e un’offerta formativa così ampia non abbiamo difficoltà. Magari, può succedere che qualche ragazzo finito l’obbligo scolastico possa lasciare, però devo dire la verità, chi si iscrive al Galilei sa che avrà una specializzazione tecnica”.
Quali sono i possibili sbocchi lavorativi e professionali?
“Noi stiamo lavorando con le aziende, perché i ragazzi cominciano già dalla fine del quarto anno con l’apprendistato duale presso la Leonardo e altre aziende del territorio e questo consente loro di iniziare un’attività lavorativa retribuita e svolgere le ore a scuola; quindi, la loro settimana è articolata a metà tra azienda e scuola. Ovviamente i ragazzi più bravi al termine di questo percorso hanno il contratto a tempo indeterminato, che di questi tempi, considerato che il territorio pontino pullula di imprese è una cosa su cui stiamo lavorando e stiamo potenziando. Noi vorremmo, per ogni indirizzo, avere delle aziende che lavorino a braccetto con noi proprio per garantire a una fetta di ragazzi maggiore rispetto agli anni precedenti di poter trovare gli sbocchi occupazionali. Perché poi c’è anche un’altra parte che preferisce continuare il percorso di studi presso l’università. Noi non vorremmo mandare i ragazzi troppo lontano, considerato che fino a Cisterna il territorio pontino è pieno di aziende di meccanica, che hanno bisogno di elettronici. Addirittura, l’aeronautica è venuta a chiederci non soltanto i ragazzi che escono dal nostro indirizzo dedicato, ma anche gli elettronici e i meccanici perché devono lavorare sul mezzo. Abbiamo questo indirizzo nautico che stiamo potenziando, anche se il territorio ci segue poco perché non abbiamo il porto; quindi, i nostri ragazzi li stiamo dirottando su Gaeta dove c’è la scuola Flavio Gioia dove abbiamo un po’ di rapporti ed è una specializzazione che si può spendere perché saranno operatori di macchina. Alla fine dell’anno avremo il primo gruppo di diplomati e vedremo che percorso farà sul piano lavorativo”.
Quante persone si diplomeranno a fine anno?
“Quest’anno abbiamo tutte e nove le quinte degli indirizzi, quindi ci saranno circa tra i 180 e i 200 diplomati, che ovviamente sceglieranno chi il percorso aziendale, chi l’università e chi altro ancora. Siamo abbastanza soddisfatti di questo, anche di chi sceglie l’università, perché magari il percorso di studi lo ha appassionato e ha voglia di continuare ad esempio in ingegneria, perché no”.
Rilevate il fenomeno della dispersione scolastica? Quali sono i vostri dati?
“Questo è un fenomeno che registriamo ma penso come tutti gli istituti, perché probabilmente le azioni di orientamento con il precedente ciclo di studi non sono strutturate bene. Per cui molto spesso i ragazzi scelgono un tecnico quando vorrebbero fare il professionale oppure vorrebbero andare al liceo. Quindi si lasciano molto indirizzare da quello che è l’orientamento della famiglia. Più che abbandono, quello che noi riscontriamo è che dopo il biennio i ragazzi chiedono di trasferirsi in un altro istituto perché prendono consapevolezza che magari il loro percorso era liceale o professionale, oppure che una volta terminato l’obbligo preferiscono andare a lavorare. Sulla dispersione vera e propria fortunatamente le percentuali sono ancora basse, anche perché comunque questa scuola, come penso molti istituti del territorio, beneficia di una serie di finanziamenti del PNRR proprio per la dispersione; quindi, abbiamo modo anche dove i ragazzi hanno delle difficoltà nelle discipline di fargli dei corsi pomeridiani. Lo sportello, che consiste nel fatto che, se un ragazzo ha perso una lezione, c’è un docente disponibile, previo appuntamento via mail, che aiuta a recuperare. Stiamo lavorando su questo proprio perché quel poco di dispersione che c’è la vorremo far rientrare. Il ministro su questo è stato chiaro, la dispersione si deve portare a zero. I ragazzi devono uscire con un titolo di studi completo e che possa consentire loro di avere degli sbocchi”.
Come è stata gestita la fase post Covid-19?
“La fase post covid è stata complicata un po’ per tutti, anche perché il disagio maggiore lo hanno vissuto i ragazzi. Anche in questo caso bisogna continuare a lavorare, per fortuna ci sono i fondi che manda la Regione Lazio e lo sportello d’ascolto. La chiusura che c’è stata negli anni del covid noi adulti l’abbiamo vissuta male, ma un ragazzo, soprattutto magari fragile e in età adolescenziale dove stai crescendo e hai una serie di insicurezze, l’ha vissuta malissimo. È ovvio che abbiamo ragazzi chiusi, introversi, che non comunicano, che riversano sul cibo o al contrario non vogliono alimentarsi correttamente e soffrono di anoressia, questo stiamo notando. Diciamo che gli strascichi da quelle chiusure li stiamo vivendo oggi e ce ne libereremo tra qualche anno; quindi, anche da questo punto di vista non possiamo abbassare la guardia e dobbiamo fare il modo di offrire tutto il supporto psicologico possibile”.
Un suo augurio per questo nuovo anno scolastico
“Viviamo in una società complessa, liquida, dove è tutto abbastanza istantaneo e non c’è il tempo di riflettere. Il mio augurio che va a tutti i ragazzi è quello di trovare sempre qualche adulto disponibile all’ascolto, che possa accoglierli e che si possano sentire liberi di esprimere quelle che sono le difficoltà che stanno vivendo”.
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