Nelle scorse settimane Ali – Autonomie Locali Italiane ha rinnovato le proprie cariche, eleggendo nel corso di un’assemblea costituente il nuovo presidente, che risponde al sindaco di Roma Roberto Gualtieri. All’interno del consiglio nazionale è stato eletto anche il sindaco di Roccasecca dei Volsci Barbara Petroni. Un passo importante per uno dei tanti Comuni situati sui Monti Lepini che hanno bisogno di far conoscere le loro istanze e problematiche. Far parte di un consiglio nazionale e di un’assemblea al cospetto di città di ben altre dimensioni è una possibilità da non farsi scappare, per spostare l’interesse verso quelli che sono la culla delle tradizioni e della cultura, ovvero i piccoli comuni. Ecco cosa ci ha raccontato il sindaco sulle questioni da affrontare e i prossimi passi, in vista appuntamenti chiave come il Giubileo del 2025.
Come commenta la sua elezione nel consiglio nazionale delle Autonomie Locali Italiane?
“Sono molto orgogliosa di ricoprire questo incarico e spero di dare un contributo costruttivo e utile. Mi fa enormemente piacere far parte di questa grande comunità che ha tanta voglia di lavorare e adesso con il nuovo presidente, Roberto Gualtieri n.d.r., inizierà un nuovo percorso sulla scia di quello già avviato dal presidente che lo ha preceduto che è stato veramente in gamba”.
Da sindaco, secondo lei quali sono le principali necessità dei piccoli comuni?
“Per i piccoli comuni c’è proprio la necessità di un cambio di rotta perché noi stiamo attraversando delle difficoltà notevoli. Possiamo parlare della mancanza di contributi che abbiamo rispetto a 10/11 anni fa. I comuni sono costretti a cavarsela con quei pochi fondi che riescono a recuperare magari attraverso i tributi o l’autovelox che da noi è appena ripartito. Però abbiamo delle difficoltà perché soprattutto dopo il covid tante persone fanno fatica con gli aumenti che ci sono stati, come energia, gas e altri, a pagare anche i tributi, quindi siamo un po’ indietro. Poi dobbiamo garantire i servizi cercando di non aumentarli perché quelli a domanda individuale non li abbiamo mai aumentati, però noi abbiamo difficoltà perché con gli aumenti abbiamo dovuto prendere queste somme dai fondi comunali e non li abbiamo potuti utilizzare per altre cose. Sarebbe necessario a livello burocratico-amministrativo una semplificazione, perché molto spesso i piccoli comuni vengono rapportati come pratiche burocratiche ai comuni grandi che hanno tutta un’altra struttura amministrativa. Noi siamo pochi dipendenti, il sindaco è costretto quasi a fare il dipendente e a seguire tutte le questioni, perché i responsabili sono presenti solo due volte la settimana. Non abbiamo più tanti operai, polizia locali ecc. quindi negli anni i vari pensionamenti sono stati rimpiazzati con poche sostituzioni. Abbiamo le nostre difficoltà a gestire l’ordinario e quindi bisognerebbe guardare ai comuni semplificando il più possibile e cercando di aiutarli un po’ di più con i finanziamenti ad hoc per i piccoli comuni che ci sono ma sono pochi. I metodi amministrativi burocratici per chiedere questi finanziamenti sono sempre più complessi, attraverso piattaforme che molto spesso non funzionano. Questo è dovuto soprattutto al fatto che noi piccoli comuni ancora non riusciamo ad avere la fibra perché noi abbiamo terminato i lavori circa un anno e mezzo fa, ma di fatto non è mai partita perché dobbiamo attendere Priverno che ha avuto delle problematiche. È molto difficile stare al passo avendo una connessione lenta. Abbiamo tutta una serie di difficoltà che sommate le fanno grandi”.
È possibile una sinergia più stretta con gli altri comuni dei Lepini?
“Assolutamente sì. Ci stiamo muovendo da anni in questa direzione, solo che magari lo stiamo facendo su singoli progetti e invece bisognerebbe ragionare più ad ampio spettro come territorio. È importante fare rete innanzitutto per accedere a più finanziamenti e per valorizzare di più il nostro territorio che negli anni è stato comunque trascurato, perché noi abbiamo un patrimonio artistico e culturale notevole. Se ci trovassimo in un’altra regione d’Italia avremmo una valorizzazione maggiore dei nostri territori, perché noi abbiamo un patrimonio naturale e artistico di grande rilievo e la grande sfida è quella di portarlo a livello di queste regioni dove negli anni hanno voluto valorizzare molto di più il tutto dal punto di vista artistico, sulle strutture ricettive e altro. Io mi auguro che l’anno prossimo, con l’occasione del Giubileo, sia anche per i nostri territori un motivo di rilancio e slancio. Qui a Roccasecca dei Volsci ci stiamo muovendo abbastanza bene ultimamente con delle realtà sportive di volo, di cavallo e trekking. È arrivato qualche investitore proprio per il Giubileo, quindi speriamo di avere buoni ritorni a livello di turismo e di economia locale”.
Questa sua elezione porterà una maggiore attenzione su Roccasecca dei Volsci e i comuni limitrofi?
“Lo spero. Portare in Consiglio Nazionale delle autonomie locali anche la voce dei piccoli comuni è fondamentale, perché chi più del sindaco o dell’amministratore può portare all’attenzione le problematiche che ci sono. Io spero di portare all’attenzione di una comunità più grande le questioni che non solo Roccasecca dei Volsci ma tutti i piccoli comuni vivono. Qui in provincia purtroppo siamo pochi i piccoli comuni perché, se andiamo in provincia di Frosinone sono tanti e la realtà locale è molto diversa perché tendono di più a fare rete. La nostra provincia, invece, è costituita prevalentemente da città grandi e i piccoli centri sono pochissimi, magari dislocati abbastanza lontano, a parte i nostri Roccasecca dei Volsci, Prossedi e Maenza. È difficile costituire una rete solo di piccoli comuni come fanno alcuni comuni del frusinate, che conosco bene come realtà perché il mio tecnico e la mia ragioniera vengono da Villa Santo Stefano e li sono molto più aggregati nella presentazione di progetti con comuni di dimensioni similari. Con i comuni più grandi, tipo Priverno capofila stiamo già facendo però è molto diverso, perché un comune di mille abitanti e uno di diecimila non possono essere alla pari anche nella ripartizione degli eventuali progetti finanziati”.