Si avvicina la scadenza del termine per l’iscrizione al nuovo albo dei pedagogisti e degli educatori fissato al 6 agosto dalla Legge 55/24 che definisce i requisiti per l’esercizio delle professioni in quest’ambito. Tuttavia, sono migliaia gli operatori del settore che non hanno ancora corrisposto alla disposizione, disorientati fra associazioni che invitano a farlo ed altre che chiedono già l’eliminazione dell’albo per gli educatori della prima infanzia, paventando aperture a rischio dei nidi a settembre.
Facendosi portavoce del diffuso disagio, Luca Iemmi, presidente della FISM – la Federazione Italiana Scuole Materne, punto di riferimento nel Paese per circa novemila realtà educative – che già nelle scorse settimane aveva sollevato la questione in un incontro con il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, cogliendone la disponibilità a riconsiderare l’imminente scadenza, negli ultimi giorni ha avuto nuovi incontri sollecitando risposte ai quesiti ancora da chiarire
Iemmi in particolare, dopo il Ministro Valditara, ha potuto anche incontrare presso il Ministero della Giustizia – cui compete la funzione di vigilanza su organismi, albi e registri – il sottosegretario di Stato Andrea Ostellari e il Capo di Gabinetto del Ministro Nordio, Giusy Bartolozzi. Anche a loro il presidente FISM ha posto l’esigenza di uno “slittamento del termine per l’iscrizione all’albo degli educatori”, da sostituire con “una nuova scadenza posticipata al 31 dicembre di quest’anno”, oltre a chiedere “la costituzione di un tavolo interministeriale sul tema”, al quale possa partecipare la federazione da lui presieduta, dove lavorano oltre quarantamila dipendenti, oltre a migliaia di volontari sostenitori del “primato dei bambini”.
Insieme a Lara Vannini, neoresponsabile per l’area pedagogica della FISM, il presidente Iemmi è stato poi alla Camera dove ha incontrato alcuni deputati per sensibilizzarli sulla questione che in una nota comunicata ai gestori dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia auspica “venga affrontato con urgenza, dopo le ripetute sollecitazioni, nel prossimo Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi”.


