La notizia bomba è l’aspirazione di ogni giornalista, ma cosa concorre a renderla tale? Interviene il direttore dell’ANSA Luigi Contu all’università degli studi di Roma La Sapienza con la presenza di Dario Laruffa provando a far chiarezza sui processi che, ad oggi e secondo la sua esperienza, concorrono alla definizione di un evento come notizia.
La presentazione generale sulle specificità dell’agenzia ANSA, come la condivisione di 2800 notizie al giorno in 5 lingue diverse, pone l’attenzione su quali siano i caratteri che meglio definiscono una notizia perché l’esattezza (rischio stesso a cui si espone un giornalista) deve tener conto del contrasto con la velocità dell’informazione dati i molteplici canali. Vale la pena aspettare qualche minuto in più prima di pubblicarla? “La verifica non è mai tempo perso”. Obiettivo dell’agenzia è l’oggettività e lo sviluppo della notizia in maniera proattiva, con uno sguardo volto alla ricerca di possibili scenari futuri. Esempio concreto di quanto detto in precedenza sono le pubblicazioni ravvicinate dei giorni scorsi in occasione degli attacchi di Hamas. La definizione della notizia passa dalla capacità intellettiva del giornalista che deve riconoscere cosa può interessare al proprio lettore, e spesso è la preparazione a fare la differenza. La tecnica di scrittura si configura come complementare e deve essere volta a mettere a fuoco un evento con un linguaggio semplice. La riflessione attorno a questo processo deve valutare cosa una notizia possa comportare, come nei casi di cronaca soggetti a scelte etiche.
La realtà nella quale una notizia viene prodotta è quella dei social media: scenario di indubbie potenzialità ma anche di rischi. In questo caso ciò che conta è l’affidabilità della fonte perché in alcuni casi porta ad avere vantaggi (nel caso dell’ANSA le notizie sulla rivolta in Iran 8 anni fa), in altri veri e propri rischi penali. Al centro del dibattito, “il tema dei temi”, vi è l’intelligenza artificiale che si configura, per Contu, come uno strumento potenzialmente interessante che facilita procedure di lunga durata (come la ricerca di foto e articoli di un certo momento) ma allo stesso tempo “è assurdo” averla aperta a tutti i tipi di persone su archivi non controllati, per cui “le persone si convinceranno della certezza di alcune notizie false”. La componente umana dell’emozione, del dubbio non verrà però sostituita dall’avvento di queste tecnologie perché “il racconto non è quello che ci dice Wikipedia”.
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