SNOWY, la musica rap incontra la speranza
L’incontro con il giovanissimo rapper Giordano Martignoni, in arte Snowy, è un’esperienza che rinnova nel profondo, e i motivi sono immediatamente comprensibili. Giordano è un ragazzo con i conflitti tipici dei diciassettenni oltre a dover combattere la battaglia quotidiana contro un pesante fardello dal nome “Distrofia muscolare di Duchenne”. Lo fa attraverso la musica, la sua sensibilità e il clima di collaborazione presente nella sua famiglia. Modificando la percezione comune delle cose e degli avvenimenti, si aprono nuovi orizzonti per chi vive nella nevrosi dei problemi ordinari della quotidianità: una lezione di vita per chi lo ascolta.
Giordano, quando hai scoperto la tua passione per la musica?
Verso i quattordici anni, quando ho iniziato a conoscere il rap. Il primo rapper che ho ascoltato è Sfera e Basta.
Perchè questo genere è così popolare nei giovani, secondo te?
I giovani sono attratti dalle situazioni rischiose e il rap dà una voce al disagio giovanile. Il rap fa emergere quello che si ha dentro con le modalità che arrivano ai ragazzi. C’è poi il trap, più estremo e trasgressivo.
Come è iniziato il percorso da ascoltatore a compositore?
Nel 2019 ho avuto una forte crisi interiore, avevo una grande rabbia dentro. Sono stato assalito da una forma d’ansia fortissima che non mi abbandonava. Per trovare sollievo ho iniziato a seguire dei tutorial su You Tube sulle tecniche per costruire un testo musicale e fare le basi. Nel 2020 poi ho seguito lezioni di musica digitale con un maestro e così ho iniziato a comporre e a esprimere le mie emozioni attraverso la musica. All’inizio il risultato era amatoriale, piano piano mi sto perfezionando. Ho capito che la disabilità non è un ostacolo ma tutto può trasformarsi in un’opportunità: vorrei far arrivare questo messaggio a tutti i ragazzi.
Si crea prima la musica o il testo?
Dipende dai casi, alle volte viene prima il testo, altre volte avviene esattamente il contrario.
Ma quali sono le competenze per fare questo tipo di musica? Possono farla tutti?
No, non per una questione tecnica. Bisogna aver passato delle situazioni di vita dolorose e travagliate, questo è comune a tutti i rapper. Questo genere nasce proprio per esprimere il disagio che cova dentro, la durezza della vita. Se non c’è la sofferenza non c’è autenticità.
Perchè hai deciso di chiamarti Snowy?
Amo l’inverno e la neve, è la mia stagione preferita e da questo nasce la scelta del nome.
Ti occupi di tutta la produzione dei tuoi brani, sei anche regista dei tuoi videoclip.
Sì, l’inizio è stato amatoriale ma poi ho iniziato con le prime sceneggiature coinvolgendo la mia famiglia nel “set”. Con il tempo ho preso confidenza con le varie tecniche.
Raccontaci della tua presenza in veste d’ospite d’onore alla serata presso il Teatro Artemisio di Velletri dove ti sei esibito riscuotendo un grandissimo successo.
L’organizzatore di questo evento benefico, Mauro Ingafù, ha conosciuto la mia musica durante una manifestazione sportiva a Campoleone dove mi sono esibito. Mi ha proposto di cantare durante lo spettacolo “L’emozione di mai” e ha voluto devolvere il ricavato della serata all’associazione che si occupa della patologia di cui sono affetto. Veramente è stata una grandissima emozione, la prima volta su un palcoscenico non si dimentica mai. Quando ho iniziato a cantare si è dissolta ogni paura e mi sembrava di essere solo, senza badare agli spettatori presenti. Quando ho iniziato non avrei mai immaginato che la mia musica potesse uscire fuori dalla mia cameretta ma quando ho fatto il mio primo live nella piazza del mio paesino ho capito che questo è il percorso che voglio fare.
C’è poco da aggiungere perchè troppe parole toglierebbero l’intensità di un messaggio che arriva al cuore come un’esplosione. Potete ascoltare Snowy sul suo canale You Tube: www.youtube.com/channel/UC0XrnRxKkJPXdcXJcUFp9kA in attesa dell’uscita del suo lavoro discografico.