La poesia come fotogramma di vita: “Pentax K1000. Poesie per Letizia Battaglia” è una narrazione realistica di corpi eterei, se così si possono definire. Due donne e la loro arte si incontrano nell’intento della poetessa Ilaria Grasso di rendere un tributo poetico al lavoro della fotografa Letizia Battaglia, testimone militante della lotta per la legalità nella sua terra di Sicilia. Ma i ritratti della Battaglia non sono solo simbolo di un coraggio esibito con la forza di una femminilità che affonda nelle viscere di una terra vulcanica e segreta, ma il resoconto puntuale dell’alternanza tra luce ed ombra, di una carnalità che si alimenta nel rito ancestrale del sangue sparso come cerimonia di appartenenza. Il poeta è chiamato in causa per decretare la fine del macello ma la poesia può ancora definirsi civile e prestarsi a una lettura dei fenomeni sociali in chiave di denuncia? Si riscontra sempre molta difficoltà nel riconoscere tratti di autenticità in coloro che si professano portatori di istanze civili attraverso l’espressione artistica; la prevalenza di espressioni demagogiche è frequente nell’uso finalizzato della parola poetica. Nell’opera in questione, invece, occorre tornare umilmente sui propri passi e riconoscere la bellezza del verso che è ‘soma’ e ‘psyche’ al contempo, e non si risparmia nell’atto di contaminarsi con la limitatezza umana. La Grasso è erotica e ironica, sa gestire la sua militanza tra le metafore contenute negli spazi della mimesi poetica che ha il compito di imitare la natura e la vita. Per questo, l’immagine evocata da ogni scatto arriva al lettore come una rappresentazione in scala di una solidarietà organica minata dal paradigma poetico del conflitto, come elemento di rottura nell’immobilismo antropologico dei contesti criminali. Quale bellezza contenuta in questi scatti prestati alla parola, un lavoro di straordinaria gratitudine alla verità: una lettura necessaria.
Ilaria Grasso (Lucera, 1979) è una donna poetessa e attivista transfemminista. Si occupga di questioni sociali e del lavoro e di divulgazione culturale e poetica. Fa parte del collettivo “Menelique” (Magazine Radicale Internazionale) e collabora con vari LitBlog. Sue poesie sono sparse in riviste e antologie. Alcuni suoi versi si trovano all’interno della rubrica “La Bottega di Poesia” che Gilda Policastro tiene su “La Repubblica” Roma. Altri sono stati tradotti in spagnolo dal Centro Cultural “Tina Modotti”. Grazie alla traduzione di Antonio Nazzaro è presente anche nella rivista sudamericana “Taller Igitur”.
Antonia Rizzo
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