E’ stato presentato ieri pomeriggio all’interno degli spazi aperti del parco La Macchia in Viale dei Cappuccini, l’atteso evento organizzato dalla Compagnia dei Lepini con il sostegno di tre donne dal titolo “Il paradigma del territorio”, che ha visto come ospite uno dei migliori poeti contemporanei in Italia, «paesologo» e titolare del blog «Comunità provvisorie» Franco Arminio, in cui il poeta ha letto alcuni dei suoi versi in prosa e raccontato l’importanza della poesia e della parola, sia essa ufficiale o dialettale. Franco Arminio è riuscito a trasformare un reading in un recital partecipato: l’atmosfera è cambiata d’incanto, diventando un incontro familiare e intimo. Il canto, per il poeta, è un potente riattivatore della comunità perché è in grado di rompere le barriere della distanza e allo stesso tempo è portatore di letizia. Nell’occasione ha presentato il suo ultimo libro uscito a giugno dal titolo “Lettera a chi non c’era. Parole dalle terre mosse” che racchiude il nuovo tragitto del lungo viaggio poetico-paesologico di Franco Arminio, che dal libro «Cedi la strada agli alberi» (Chiarelettere 2017) ha avuto il merito di portare la poesia al grande pubblico. Attraverso viaggi e incontri in giro per tutta Italia ma soprattutto grazie ai migliaia di follower che lo seguono in rete. Un vero e proprio influencer della poesia.
“Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento. Più che l’anno della crescita, – racconta il poeta- ci vorrebbe l’anno dell’attenzione. Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato. Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza”. Il pubblico gremito, ha ascoltato con particolare attenzione e una vena di commozione palpabile gli interventi che si sono succeduti in questo scenario naturale che richiama molto l’idea che lui sostiene: un mondo a misura di uomini e donne, dove il creato ci regala tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Franco Arminio ha dalla sua il potere della parola persuasiva: i suoi componimenti sono scritti in modo semplice, gli argomenti trattati sono diversi ma in tutti traspare un velo di malinconia.
“Valorizzare il territorio -dichiara Quirino Briganti– significa, strategicamente, porre il turismo al centro di un insieme di attività volte a promuovere la ricchezza naturale paesaggistica, enogastronomica, storica e culturale di un paese. L’insieme dei beni culturali e dei beni paesaggistici è di tale valore da dover rientrare a pieno titolo nei percorsi del turismo culturale e ambientale di qualità. Elementi centrali possono essere i musei, le ricchezze in essi esposte, il borgo medievale, il paesaggio collinare e l’ambiente fluviale. Siamo convinti che il benessere della collettività sia dato anche dalla qualità delle relazioni sociali, dalla solidarietà, dalla sicurezza, dall’inclusione sociale, dalla cultura, dalla preservazione dell’ambiente, dalla qualità e bellezza del paesaggio”.
Maria Giuseppina Campagna















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