Ecco l’intervento di Rosalba Rizzuto del 10 maggio dell’incontro tra i consiglieri comunali di Aprilia, i consiglieri regionali e i consiglieri provinciali in aula consiliare.
“Mi chiamo Rosalba Rizzuto dell’associazione Città degli Alberi, sono una geologa, vivo da sempre ad Aprilia e conosco la storia del nostro territorio, dal punto di vista tecnico e come attivista impegnata, dai tempi della vertenza contro la centrale Turbogas. Esattamente come nel 2016 – quando partecipammo con l’ex consigliera Carmen Porcelli alla conferenza dei servizi sul progetto della Paguro presentando insieme le osservazioni – ribadiamo l’ennesimo NO contro una discarica che, da allora, aleggia come uno spettro su Aprilia. Per le domande, purtroppo, c’è sempre troppo poco tempo, perché le risposte richiedono il difficile esercizio dell’onestà di fronte ai nodi fondamentali. Tuttavia, la domanda, l’unica, è: che coerenza c’è negli atti amministrativi?
La volontà dei cittadini è stata ampiamente documentata nelle osservazioni, presentate ed in fieri, alla Regione (tutela della salute, tutela del territorio, tutela dell’ambiente, impiego del denaro pubblico per indagini dei siti inquinati senza però bonifiche dei terreni, spesa sanitaria per le patologie indotte dall’inquinamento degli impianti autorizzati), ma prima di arrivare alla difesa del territorio, dovremmo tutti riflettere su alcuni punti, per evitare in futuro il ripetersi di gravi errori:
1) il comune di Aprilia, in analogia con quanto fatto col TMB di proprietà di una società riconducibile alla Paguro, ha spianato la strada alla possibilità di realizzare un deposito di rifiuti tra le abitazioni, contro ogni norma di legge, e in aree agricole. Oggi perora la causa della popolazione, ma per consentire l’ampliamento del TMB nel 2012 non ha esitato a ratificare in consiglio comunale la destinazione d’uso “temporanea” del sito da agricola vincolata ad industriale. Né ha esitato ad ignorare gli appelli dei cittadini molestati dal TMB.
2) i cittadini di Aprilia subiscono ogni tipo di miasma senza che la massima autorità provveda alla tutela della salute della popolazione: siamo circondati dalle puzze, non passa sera e notte senza che, dal centro alla periferia più estrema, non si respirino fumi causati da roghi di plastiche bruciate, cappe all’olio rancido, esalazioni di rifiuti. Emissioni che bruciano occhi e gola, potenzialmente cancerogene!
3) Ad Aprilia non abbiamo nessuno strumento pianificatorio atto a tutelare e salvaguardare il territorio dall’insediamento di qualunque tipologia di impianto inquinante e in qualunque tipo di uso del suolo: persino i vincoli sovraordinati, come aree boschive e acque pubbliche sono state oggetto di richiesta di declassamento da parte dell’amministrazione, la stessa amministrazione che – sostiene – di promuovere l’attività agricola locale e i prodotti di eccellenza, nonché incentivare l’acquisto a chilometro zero.
4) l’amministrazione ha fatto proprio il mio suggerimento di trasformare la cava in un parco, garantendo il mantenimento dell’originaria vocazione ed uso civico dell’area, ma evidentemente presa dall’entusiasmo per l’idea, non ne ha colto il senso profondo: l’opportunità di trasformare la cava in un parco tematico, per valorizzare gli aspetti geologici, messi in luce dalla interferenza antropica pregressa.
L’amministrazione, inoltre, incoerentemente con quanto oggi afferma, cioè di voler tutelare il paesaggio, non ha mai:
- preteso il ripristino dell’area al termine dell’attività mineraria autorizzata in via Savuto; • chiuso il fondo impedendo l’accesso ai criminali che lo hanno inquinato, pur a fronte di segnalazioni protocollate;
- apposto i gravami su quei lotti contaminati, consentendo invece la normale compravendita tra privati!
5) Infine, malgrado la Regione Lazio abbia stanziato circa 600 mila euro per provvedere alla caratterizzazione delle ex discariche, autorizzate e non, sul nostro territorio, il Comune di Aprilia nell’avviare la procedura ha dato la precedenza proprio al sito ove un privato vorrebbe realizzare una discarica. L’iter per la caratterizzazione che il comune avrebbe dovuto eseguire, usufruendo dei fondi regionali, è stato abbandonato improvvisamente, proprio per concedere al privato la possibilità di avviare l’indagine conoscitiva sul terreno di La Gogna e poter così presentare un progetto di bonifica, e chiedere poi, in cambio, l’autorizzazione per una discarica.
La domanda è la stessa: è coerenza questa? Quando si assumerà, il sindaco, le responsabilità di tutto questo? “




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