Lo scorso 19.01.2021 è stata approvata dalla Giunta regionale del Lazio la Legge relativa alle “Disposizioni per la salvaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo delle zone montane del Lazio”. Il provvedimento, presentato dall’assessore Alessandra Troncarelli e che proseguirà il suo iter in Consiglio Regionale, individua in attuazione dell’articolo 3, comma 126 della legge regionale del 31 dicembre 2016 n.17, le funzioni conferite dalla Regione alle Unioni di Comuni montani e gli strumenti per la salvaguardia e lo sviluppo delle zone montane da mettere in atto.Nel provvedimento vengono ribadite le funzioni delle Unioni dei Comuni montani, sull’esempio di quanto stabilito dall’articolo 32 del “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”. Questa nuova regolamentazione, però, prevede che l’adesione dei singoli comuni all’Unione non sia più obbligatoria volontaria. Venuta meno questa clausola, costruire gli ambiti territoriali ottimali diventerà qualcosa di molto difficile, con una ulteriore frammentazione del territorio che non è sicuramente utile. Basterebbe che tre Comuni confinati con almeno 20.000 ettari di estensione si mettano insieme per creare una Unione dei Comuni. Una legge che nasce per la eliminazione delle Comunità Montane e per arginare la spesa che esse comportavano, rischia di mettere ancor più in difficoltà tutti quei cittadini che per scelta o necessità abitano i paesi montani. L’altro rischio è che al posto di 22 Comunità Montane potremmo ritrovarci con 44/46 Unione di Comuni Montani.
Per quanto riguarda, invece le funzioni che verranno attribuite alle Unioni dei Comuni, sia UNCEM che le altre parti interessate sembrano d’accordo, visto che già da tempo erano state concordate tramite un tavolo di concertazione con le varie associazioni di categoria. “Come UNCEM – commenta il Commissario Straordinario Liquidatore della XIII Comunità Montana Onorato Nardacci – a breve incontreremo i Sindaci interessati per una discussione fattiva sulla proposta di Legge. Le difficoltà che i piccoli comuni montani affrontano quotidianamente sono innumerevoli, maggiormente aggravate dall’attuale situazione di emergenza. La nostra preoccupazione più grande è che questa ulteriore frammentazione del territorio possa aggravare la situazione resa già drammatica tagli all’assunzione del personale e dei finanziamenti, e creare ulteriori disparità tra un territorio e l’altro”.