Esiste un modo di coniugare l’età classica con il web, la questione femminile con il teatro? Per Fusibilia Libri è appena uscito “Qualcuno si ricorderà di noi”: Google dà nuova voce alle donne dimenticate della storia”, un corto teatrale di Alessia Pizzi. Si tratta di un atto unico in cui Google risveglia le figlie di Saffo per avvisarle che il web ha dato loro una nuova possibilità di essere ricordate. “Io dico che un giorno qualcuno si ricorderà di noi…” Con queste parole Saffo parlava alle sue allieve, conscia della fama che avrebbe avuto nei secoli a venire. Per noi, invece, la grande poetessa è stata una mosca bianca, e non solo della letteratura greca antica, ma della letteratura in generale. Ancora Virginia Woolf, nell’Ottocento, reclamava una stanza tutta per sé per le scrittrici. Donne che dovevano scrivere di nascosto o sotto pseudonimo per essere credibili. Oggi la conoscenza è a portata di click: tutti possono scrivere su Wikipedia, tutti possono condividere il proprio sapere. Così Alessia Pizzi, laureata in Filologia Classica con una tesi sulle voci femminili dell’antichità, torna a parlare di Erinna, Anite e Nosside, spesso chiamate dai critici “le figlie di Saffo”, dopo averle raccontate sull’Enciclopedia delle Donne online e in qualche convegno in giro per l’Italia. Perché in Italia queste poetesse non si studiano a scuola, ma sul web le persone cercano, hanno voglia di conoscerle. Il poemetto teatrale affronta proprio il possibile connubio tra il web e l’età classica trasformandosi in un’eventualità possibile poichè l’autrice, consulente di Digital Marketing, ha deciso di unire il più famoso motore di ricerca al mondo con le voci femminili di età ellenistica. Proprio Google infatti invita le poetesse a svegliarsi, perché è arrivato il momento di far sentire la propria voce. E non manca all’appello, per motivarle, la madre letteraria Saffo, una figura chiave che spiegherà alle poetesse perché è importante farsi ascoltare dagli altri, al di là degli stereotipi che i critici possono affibbiare alle donne geniali. Etichette come “prostituta”, “Omero in gonnella”, oppure pregiudizi legati al genere devono essere superati: oggi il canone non è più l’unico contenitore di valore. Internet ha dato finalmente voce a chi è stato silenziato grazie alla diffusione democratica della conoscenza. Tutto questo si spiega con gli studi classici dell’autrice che dall pubblicazione del suo progetto di laurea “μνάσασθαί τινά φαιμ’ ἔτι κἄτερον ἀμμέων (Sappho, fr. 147 L.-P.). Voci e maschere femminili in età ellenistica” ha tratto l’idea del corto teatrale che è una traduzione parziale del verso saffico “Io dico che un giorno qualcuno si ricorderà di noi”. Ho avuto l’onore di essere la prefatrice del libro, e ne ho apprezzato la modalità avveniristica di proporre perle della letteratura di genere con un linguaggio moderno e al contempo forbito.
Alessia Pizzi è nata a Roma nel 1988. È laureata presso l’Università degli Studi di Roma Tre nel 2014 con una tesi in Filologia Classica (Sappho, fr. 147 L.-P.). Voci e maschere femminili in età ellenistica, sviluppata durante un soggiorno di ricerca presso le Bodleian Libraries di Oxford (UK) grazie a una borsa di studio vinta presso l’Università. Dal 2014 lavora nel Digital Marketing come esperta di Comunicazione e Pubblicità Online e porta in giro per l’Italia la Storia delle Donne. Giornalista pubblicista presso l’ODG Roma, nel 2015 fonda “CulturaMente”, un sito di informazione culturale composto da trenta redattori sparsi in tutta Italia, noti come gli “Spacciatori di Cultura”.
Antonia Rizzo
Ph. Francesca Blasi
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