È stata lo scorso venerdì, 12 gennaio, la Notte Nazionale del Liceo Classico; quarta edizione dell’iniziativa, nata in una scuola siciliana, che ha dato vita a manifestazioni ed eventi a tema lungo tutto lo stivale. Il Liceo Classico Pacifici e De Magistris di Sezze non è stato da meno, grazie alla sinergia tra professori ed ex alunni, la scuola è riuscita ad organizzare una reunion dei diplomati dal 1975 (anno in cui fu istituito il liceo classico a Sezze) al 2017. Gli oltre 500 tra studenti ed ex studenti , presenti alla manifestazione, sono stati accolti nella palestra dell’istituto, per l’occasione, adibita a sala banchetti. Tra cibo, musica e carmina di Catullo decantati al microfono, l’atmosfera conviviale che si respirava sembrava a tratti evocare gli antichi simposi greci. Il professor Giancarlo Loffarelli, principale organizzatore dell’evento, nel corso della serata, ha riservato qualche minuto ad ognuna delle oltre 40 classi presenti, tra simpatici aneddoti e ricordi raccontati con la voce spezzata dall’emozione, sembrava di esser tornati tra i banchi di scuola. Non poteva allora mancare il test a sorpresa, dopo cena, alunni ed ex alunni, Rocci alla mano, si sono cimentati nella traduzione di alcune locuzioni greche, inutile dire che, tra risate e “scopiazzamenti”, è stato il divertimento a farla da padrone. Protagonista indiscusso della serata è però il logos, inteso come manifestazione del pensiero, della ragione, come sete di conoscenza profonda, che ha unito e continua ad unire generazioni differenti. “Tutti gli uomini, per natura, aspirano al sapere”, così recitavano i segnaposto sulle tavole imbandite, citando la Metafisica di Aristotele; quel tipo di sapere critico e trascendentale che solo gli studi classici riescono a infondere. Le iscrizioni al Liceo Classico di Sezze si sono notevolmente ridimensionate nel corso degli anni, l’auspicio è dunque che la buona riuscita dell’evento possa in qualche modo contribuire ad invertire il trend. Per concludere, ricordando le parole del compianto Umberto Eco, “Conserviamo il liceo classico perché consente di immaginare quello che non è stato ancora immaginato; e questo distingue il grande architetto dal più modesto dei geometri”.
Francesca Leonoro





































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