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Lettura: Latina, “Degenere”: le opere di Laura Martufi in mostra
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Mondoreale > Blog > Cultura & Eventi > Latina, “Degenere”: le opere di Laura Martufi in mostra
Cultura & Eventi

Latina, “Degenere”: le opere di Laura Martufi in mostra

Ultimo aggiornamento: 29 Marzo 2017 10:35
Simone Di Giulio Pubblicato 30 Marzo 2017
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E’ in programma il 31 marzo alle ore 17,30, presso gli spazi di via Cerveteri 2 a Latina (sede CGIL – lato OBI), la singolare esposizione di Laura Martufi dal titolo: “DeGenere”. La mostra, che resterà aperta fino al 28 aprile (lun–ven dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00) è un raffinato lavoro compiuto su opere famose, in cui l’artista proietta volti ed espressioni del tutto particolari. “L’ispirazione di questa mostra – spiega Laura Martufi, ideatrice del progetto, docente di Scienze Umane in un liceo di Latina – nasce dalla semplice constatazione che la nostra cultura, pur nel suo elevato grado di sviluppo e a un secolo dalle rivendicazioni dei diritti delle donne e della parità tra i sessi, risente ed è ancora permeata di stereotipi e luoghi comuni sul diverso ruolo che le donne hanno a livello sociale, professionale, comportamentale, familiare, sessuale e quant’altro. Ne è pervasa la letteratura, anche quella che riguarda libri appena editi, in primis i romanzi erotico-sentimentali, i fumetti, gli articoli di riviste…e si potrebbe continuare per parecchio. Purtroppo nell’elenco bisognerebbe includere anche i testi scolastici, che andrebbero revisionati per liberarli il più possibile dalle contaminazioni sessiste, proponendo contenuti e immagini in cui la figura femminile abbia lo stesso risalto di quella maschile. Il titolo è un gioco linguistico. Dal latino de genere “intorno al genere”, all’italiano, in cui l’aggettivo degenere evoca un degrado e uno snaturamento, in questo caso dell’identità. E a pensarci bene, il problema è nel linguaggio. Un linguaggio denso di riferimenti che rimarcano la differenza, purtroppo quasi sempre intesa come inferiorità. Non parliamo, poi, del linguaggio triviale, delle “parolacce”, dei termini offensivi che colpiscono la donna in generale, a cominciare dalla madre, e che sono pressoché inesistenti nella “versione” maschile. Forse esiste una corresponsabilità delle donne stesse in questo processo e in questo protrarsi della differenziazione, letta come inferiorizzazione. Lo scopo di questo progetto – continua Laura Martufi – non è certo quello di fornirne delle dimostrazioni, ma osservare come le persone, anche di varie fasce di età, reagiscono alla visione di immagini o alla lettura di testi in cui sia proposto un rovesciamento di prospettive. Il rovesciamento dei ruoli di genere tradizionali è già stato presentato fin da oltre un secolo fa, non è una novità. Oggi credo sia molto difficile offrire qualcosa che rovesci qualcos’altro, perché siamo in una cultura talmente evoluta per complessità, per tecnologie, per elaborazione di contenuti, che vale il detto: è già stato fatto tutto ed il contrario di tutto. L’originalità, il nuovo (non nel suo senso filosofico come categoria dell’ignoto, ma nel senso di prodotto culturale materiale) arrancano, trovano sempre più difficoltà ad emergere. Il punto non è proporre qualcosa di nuovo, ma verificare la resistenza o meno, nonostante le sollecitazioni al cambiamento, dei tradizionali modi di interpretare i ruoli di genere, partendo dal mondo dei giovani. In primis tramite l’osservazione di opere pittoriche classiche e note in cui la figura femminile appaia legata al ruolo tradizionale di oggetto sessuale e alle mansioni domestiche; poi osservando immagini pubblicitarie in cui l’identità femminile è mercificata, oppure oggetto di difesa contro la violenza. O ancora guardando spezzoni di film noti o filmati costruiti ad hoc in varie situazioni domestiche e professionali. Le opere pittoriche vengono mostrate sia nella versione originale che con le identità di genere dei personaggi rovesciate: maschi al posto di femmine, femmine in sostituzione di maschi. Il resto rimane invariato. Osservandole contemporaneamente, ci si rende meglio conto delle differenze. Che effetto fa? O meglio, la speranza è che possa suscitare un qualche effetto. Curiosità? Noia? Straniamento? Divertimento? Disturbo? Disgusto? Magari ci fossero molte reazioni, specialmente negative. Significherebbe avvalorare la tesi di partenza: la differenza ancora troppo presente. Non per compiacersi della constatazione di una realtà negativa, ma solo per confermare la nostra iniziale “impressione”. Ecco perché non bisogna abbassare la guardia sulle differenze di genere. Ci sono ancora troppe situazioni allarmanti e drammatiche nel nostro quotidiano. Questo progetto offre solo alcuni essenziali esempi del tema in questione. Sarebbe una grande soddisfazione se in seguito, risultando interessante il lavoro, esso si potesse ampliare con la collaborazione di un’équipe di esperti, proponendolo ad un pubblico più vasto”. La mostra vede la preziosa collaborazione delle proff. Donatella Galeotti, esperta teatrale; Annarita Maltempo, per i testi letterari; Isabella Rossi per le videoriprese, è stata inaugurata a Velletri presso il Polo Artistico “Juana Romani”, diretto da Alessandro Filippi, il 10 febbraio scorso alle ore 17,00 e partecipa alla triennale di arte contemporanea del prossimo 18 marzo. Il 31 marzo sarà invece presentata a Latina. Molto importante il patrocinio dell’AIDE di Nettuno, grazie alla disponibilità della presidente Anna Silvia Angelini. Laura Martufi sta esponendo le sue opere in questi anche a Sezze (negli spazi di via Resistenza, 81) con la mostra di pittura dal titolo: “Lui chi è”.

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