Cinema e terrorismo. Sarà questo il tema trattato nei prossimi due appuntamenti del Premio nazionale di storia contemporanea “Luigi Di Rosa”, organizzato dall’associazione culturale “Araba Fenice”. Il primo, domani, sabato 17 maggio, vedrà la partecipazione di Claudia e Licia Pinelli, figlie dell’anarchico Giuseppe. Nell’occasione sarà proiettato il video-documento “Pino Pinelli”, alla presenza del regista e giornalista Alberto Roveri. L’incontro, dal titolo “Pinelli è morto alle ore 11.57 minuti del lunedì notte 15 dicembre”, intende accendere i riflettori su una delle vicende più oscure e misteriose degli anni ’70. In seguito allo scoppio di una bomba nei locali della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana, a Milano, la polizia fermò 84 sospetti, tra cui Pinelli. Il 15 dicembre Pinelli si trovava ancora nel palazzo della questura, sottoposto ad interrogatorio da parte di Antonino Allegra e del commissario Luigi Calabresi, quando dalla finestra dell’ufficio dove stava avvenendo l’interrogatorio precipitò dal quarto piano. Il secondo, domenica 18 maggio, sarà invece un dibattito tra Luca Peretti, Yale University, e Christian Uva, dell’Università “Roma Tre”. A coordinare la conferenza il giornalista Diego Protani. Entrambe le iniziative si terranno alle 17 a Sezze, presso il centro polifunzionale “Le Colonne di Tito” in via Roma. Il premio, giunto quest’anno alla sua quarta edizione, gode del patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Regione Lazio e del Consiglio Regionale, del Comune di Sezze e della collaborazione con “Misteri d’Italia”. Ha inoltre il patrocinio e la consulenza scientifica del Dipartimento di Scienze Storiche, Filosofico-Sociali, dei Beni Culturali e del Territorio dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Scopo della manifestazione è quello di ricordare Luigi, un giovane concittadino ucciso il 28 maggio 1976 dopo il comizio del parlamentare del MSI Sandro Saccucci. Ma è anche quello di approfondire la ricerca storica nell’arco temporale che va dal 1968 al 1980, con particolare attenzione ai cambiamenti sociali e culturali, ai movimenti politici, ai fenomeni eversivi e terroristici che hanno segnato la storia della Repubblica italiana e quindi ricordare tutte le vittime degli “anni di piombo”.