E’ troppo attendersi che quel poco che c’è di attivo all’interno di una Casa della Salute, ancora fresca di inaugurazione, possa funzionare? Evidentemente si, visto che nella sede dell’assistenza sanitaria tanto voluta dall’amministrazione regionale e da quella comunale a Sezze, al posto del vecchio Ospedale San Carlo gli utenti si ritrovano tra insegne nuove di zecca e problemi vecchi una vita. Esempi? Provate a prenotare una visita oculistica. Le liste sono non lunghissime, ma addirittura chiuse. Volete fare normali analisi del sangue? Accomodatevi senza prenotazione, subitevi una fila lunghissima senza che sia regolamentata da numeretto o senza una fila agevolata organizzata per donne incinte e portatori di handicap e poi accomodatevi. Il ticket consigliamo di pagarlo prima del ritiro, altrimenti anche le indicazioni sui fogli di prenotazione che vi rilasciano diventano inutilizzabili. Se è leggibile (visto che le stampanti fanno spesso le bizze), troverete scritto che il ritiro sarà possibile dal giorno prestabilito, dalle ore 11 alle 13. Ma non se vi serve di pagare al CUP che invece chiude, così ci dicono a voce visto che accanto ai nuovissimi sfavillanti cartelli inneggianti la neonata Casa della Salute, non troviamo uno straccio di foglio contenente gli orari, alle 12. Quindi se vi siete muniti dei soldi necessari (nel caso di una donna incinta, a prescindere dal reddito, le prime analisi si aggirano intorno ai 200 euro), badate bene di pagare prima del giorno del ritiro, o in quella data dovete arrivare prima delle 12 altrimenti viaggio a vuoto nonostante la scritta sul foglio che avete in mano reciti: ritiro fino alle ore 13. In quel caso anche ciò che vi dicono le incaricate del laboratorio analisi, non autorizzate a rilasciarvi il referto: “In effetti avete ragione”, non vi sarà di sollievo.
PS: Non è un pesce di aprile!
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