Si tinge di gotico il venerdì santo di Priverno che non avrà la stessa fama mediatica della Processione di Sezze o della Rappresentazione di Maenza, ma a livello di suggestività non teme confronti. La processione che si dipana per le vie del paese, e che prende inizio dalla Cattedrale di Santa Maria, ha un carattere squisitamente religioso. Lo spettatore assiste a questo corteo composto dai penitenti che portano le croci dandosi il cambio, dalle “macchine” raffiguranti la “Via Crucis” e il sacrificio di Cristo. Le origini del rituale affondano nel medioevo mentre il crocifisso ligneo che sfila, conservato nella cattedrale così come il Cristo “deposto” risalgono al XV-XVI secolo. Il corteo si snoda lungo le strade del centro storico fino a ritornare nella Cattedrale dove il sacerdote della chiesa conclude l’evento. Suggestione nella suggestione di un clima assai mistico, la presenza di due penitenti, i cosiddetti “sacconi”, che camminano scalzi trascinando legata ai loro piedi una grossa catena e portando sulle spalle la croce.