Che il mondo dell’editoria non stia passando il suo momento più florido lo hanno capito un po’ tutti. Ma quando a vacillare sono anche strutture nazionali, come in questo caso l’agenzia Adnkronos, la portata della crisi che ha portato alla chiusura di tante realtà nell’ultimo periodo, si svela nel suo pieno. E se ciò non bastasse, ai dipendenti dell’agenzia di informazione pare non sia concessa neppure l’assemblea permanente. La frase finale di una minacciosa comunicazione recapitata ieri dall’Editore della Adnkronos al Comitato di Redazione dell’agenzia che richiedeva la convocazione di una assemblea permanente in concomitanza con l’audizione alla commissione Cultura della Camera dei Deputati è stata infatti: “Ulteriori aggregazioni, quali ad esempio l’assemblea permanente, non potranno essere tollerate. In caso contrario l’Azienda non esclude il ricorso alle forze dell’ordine”. “Il cavaliere del lavoro Giuseppe Marra – dichiara il Segretario della Asr Paolo Butturini – dovrebbe ripassare lo Statuto dei Lavoratori, ma soprattutto la Costituzione della Repubblica che all’articolo 4 afferma: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Che si minacci l’intervento delle forze dell’ordine contro un diritto come quello all’assemblea costituisce una provocazione inaccettabile da parte di chi ha già calpestato le regole e le norme che governano un civile confronto fra lavoratori e aziende. Che cosa ci dobbiamo aspettare ancora dall’editore della Adnkronos? Forse sarebbe il caso che restituisse o il Capo dello Stato gli chiedesse di farlo, l’onorificenza ricevuta. Fra i meriti per ottenerla, infatti, c’è quello di “aver svolto opere intese all’elevazione economica e sociale dei lavoratori, contribuendo in tal modo all’eliminazione dei divari esistenti” l’esatto contrario di quello che sta facendo il Cavalier Marra”.
Adnkronos in agitazione: Marra minaccia di chiamare le forze dell’ordine in caso di Assemblea Permanente


