I buoi, evidentemente, non erano scappati. O, comunque, la porta era stata chiusa in tempo. Come a dire la polemica fine a se stessa di molte Cassandre locali non paga. Il lavoro, soprattutto quello umile, fatto in silenzio, senza proclami o manifesti murali da affiggere ad ogni pié sospinto, invece, prima o poi dà i suoi risultati. E così la Giunta regionale del Lazio non solo ha approvato il Piano di dimensionamento scolastico provinciale nella parte che per Priverno prevedeva l’accorpamento dell’Istituto d’Arte all’Isiss “Teodosio Rossi”, restituendogli l’autonomia didattica e amministrativa, ma anche nella parte in cui prevedeva l’istituzione di una Sezione linguistica all’interno dello stesso Isiss, che già contava sulle Sezioni scientifica, tecnico industriale e agraria. Soddisfazione ha espresso il segretario del circolo cittadino di Sel, Federico D’Arcangeli, che ha sempre sostenuto gli amministratori comunali in questa loro battaglia. “Missione compiuta – ha dichiarato – risultato raggiunto oltre ogni aspettativa. Non solo l’accorpamento dell’ex Istituto d’Arte, ma anche l’istituzione della Sezione linguistica. E’ festa per l’Isiss di via Montanino che comincia finalmente a vedere una via d’uscita alla crisi che ha portato quest’anno alla perdita dell’autonomia”. Insomma, la lunga battaglia per la riunificazione di tutta l’istruzione superiore in un unico Istituto omnicomprensivo è stata finalmente vinta “grazie all’azione tenace e intelligente del sindaco Angelo Delogu e dell’intera amministrazione comunale e alla mobilitazione di tutte le componenti politiche della maggioranza, unite più che mai in una forte azione di sostegno alle nostre richieste in sede regionale”. Ma, D’Arcangeli non ha dimenticato nemmeno l’Ente provincia, che ha mostrato “correttezza istituzionale”, sostenendo “lealmente la posizione del Comune di Priverno”. “Il nuovo indirizzo linguistico – ha concluso D’Arcangeli – rappresenta il risultato più importante, perché intorno ad esso si può ricostruire una dimensione mandamentale di quella scuola, una vocazione che attiri l’interesse di genitori, alunni e insegnanti del nostro comprensorio e diventi per tutti fattore di crescita culturale”.
Mario Giorgi

