“Il passaggio dalla Tarsu alla Tares, differenti metodi di calcolo per la tassazione sui rifiuti e servizi comunali, implicherebbe apparentemente un peso maggiore sulle nostre tasche”. Lo spiega Christian Polisena, presidente dell’associazione di promozione sociale Sezze Sostenibile , che in una nota afferma: “Quello che va assolutamente detto è che esistono, come già esistevano con la uscente e mai usate, delle riduzioni fiscali. Quelle usate per il Comune di Sezze erano solo per cessazione di attività e uso stagionale, le altre a nostro avviso un po’ più importanti, come ad esempio riduzioni per non raggiungimento redditi ISEE e soprattutto quello riguardante le aziende che provvedevano da terzi allo smaltimento dei loro rifiuti e quindi non conferivano alcun o una minima parte di rifiuto alla comunale, non sono mai state applicate. Proprio quest’ultima è la chicca che mi incuriosisce maggiormente. Vorrei prendere come esempio un’azienda, un supermercato, che conferisce i rifiuti alla municipalizzata. Se avessimo la possibilità di poter constatare cosa produce come rifiuto un supermercato, ci accorgeremmo che il 75 % del rifiuto prodotto è cartone, un 10% plastica, un 5% legno e il restante 10% tra umido,vetro e indifferenziato. Avendo poi una “sfera magica” potremmo vedere che all’anno un supermercato di media taglia verserà nelle casse della municipalizzata un qualcosa come 16000 €. E’ da dire però che una cosa che non tutti sanno è che il cartone come rifiuto ha un mercato e viene pagato anche abbastanza bene, prezzi variabili con alti e bassi ora riconosciuto all’incirca sui 50 €/ton, così come la plastica ma a prezzo inferiore. Il legno viene ritirato da diversi consorzi gratuitamente, quindi per ora abbiamo solo utili. L’umido e l’indifferenziato hanno un costo invece per lo smaltimento. Tirando le somme un azienda come un supermercato produce un 85% di rifiuti che danno utile, un 5% alla pari e un 10% che hanno un costo. Come si fa a far pagare a un’azienda del proprio comune 16000€ di rifiuti quando la stessa municipalizzata rivende, o dovrebbe rivendere, i rifiuti del supermercato per l’85% della sua produzione? Pensiamo – si conclude la nota del presidente di Sezze Sostenibile – che la tutela delle imprese di un territorio sia la tutela del territorio stesso, dei suoi cittadini e del lavoro. Il voler succhiare sangue a queste imprese è vergognoso e controproducente. Abbiamo anche scovato da dove arriva il nostro 6% di raccolta differenziata…dato veramente vergognoso, ma se non ci fossero le aziende penso che non usciremmo dall’1%. Non differenziare i rifiuti trasforma tutto in indifferenziato e va tutto in discarica. Conferire in discarica ha un costo non indifferente, mentre differenziare su molti rifiuti si hanno utili. Ma ciò che non cambia è che tocca sempre a noi pagare!”.