Il ministero della Salute blocca il discusso sistema inventato dal professor Davide Vannoni. Con un provvedimento di presa d’atto decide di seguire quanto suggerito dal comitato scientifico nominato per valutare la metodica e dall’Avvocatura dello Stato, che era stata interpellata alla fine del mese scorso. Quattro i punti critici segnalati dagli scienziati che hanno convinto il ministero a non andare avanti con una sperimentazione che era stata disposta dal Parlamento: “la inadeguata descrizione del metodo” dovuta all’assenza della spiegazione del differenziamento delle cellule; “una insufficiente definizione del prodotto”, visto che le cellule da iniettare non sono descritte in maniera corretta e che non vengono dimostrate le loro proprietà biologiche; “i potenziali rischi per i pazienti”, in particolare per quanto concerne l’uso di cellule allogeniche, per mancanza di un piano di identificazione, screening e testing dei donatori, con conseguente esclusione della verifica del rischio di malattie da agenti trasmissibili; infine “altri rischi di fenomeni di sensibilizzazione anche gravi (ad esempio encefalomielite) che sono dovuti anche al fatto che il protocollo prevede somministrazioni ripetute”. Vi sarebbe, quindi, il rischio di iniezione di materiale osseo a livello del sistema nervoso. Il parere negativo del comitato scientifico si basa sia sulla mancanza di originalità del metodo, sia sull’assenza di requisiti scientifici e di sicurezza. Estremamente dura la reazione delle associazioni che difendono i malati gravissimi: “Denunceremo Lorenzin e Letta”.