A che punto sono i lavori presso l’ospedaletto in via Madonna delle Grazie? E il Regina Elena rimarrà così come è oggi? Interrogativi che girano nella mente dei cittadini privernati che da qualche anno a questa parte si sono visti smantellare l’offerta sanitaria presente sul territorio comunale. Recentemente la Regione Lazio ha licenziato il Decreto U00428/13 a firma del Presidente Zingaretti con il quale si fissano le “Raccomandazioni per la stesura degli atti aziendali ……relativamente all’organizzazione delle Case della Salute “; ” le Direzioni Generali delle AUSL del Lazio dovranno attenersi, nella redazione degli atti aziendali, a quanto previsto dal decreto. Ma che prevedono nello specifico. Se lo chiede il consigliere comunale di Sel Federico D’Arcangeli: “ Nel merito, le raccomandazioni che il documento fornisce ai fini della individuazione delle Case della Salute da istituire, riguardano in particolare ( tra gli altri) gli ex Ospedali di Minturno, Gaeta e Sezze (non c’è traccia dell’ex Ospedale di Priverno ). Vi è poi un codicillo che recita testualmente: – per le altre strutture in corso di riconversione ed, in particolare, per quelle oggetto di contenzioso, l’opportunità di realizzare Case della Salute sarà soggetta a valutazione successiva – Traducendo dal burocratese, a Minturno, Gaeta e Sezze la Casa della Salute sarà entro il 2014 una realtà; per Priverno (che, vorremmo ricordare, è stato il primo Ospedale in assoluto nella Regione Lazio a subire sperimentalmente un processo di riconversione accompagnato da tante promesse che con la struttura di Madonna delle Grazie andavano proprio nella direzione di una futura Casa della Salute) si dovrà valutare se, come e quando”. Da qui il timore di D’Arcangeli: “Temo che ce la dovremo sudare. E allora è bene che il confronto con la Regione Lazio cominci da subito, al di fuori naturalmente da qualsiasi valutazione che sappia di difesa del campanile; ci va benissimo Sezze, ma se si vuole davvero venire incontro alle esigenze delle nostre popolazioni riequilibrando l’offerta sanitaria ( oggi drammaticamente sfavorevole ) a favore dell’intero arco dei Lepini, anche Priverno deve essere sede di una Casa della Salute, senza se e senza ma.