Ancora lontani dalla presentazione di documenti ufficiali, già dai primi rumors di palazzo si ipotizzano alcuni dei tagli che potrebbero di nuovo toccare il già delicato equilibrio che regna all’interno del settore della Sanità. Solo indiscrezioni, con Letta a chiedere di attendere perché ogni iniziativa è ancora allo studio di ministri e tecnici, ma sufficienti a far scattare i campanelli di allarme da parte dei governatori delle Regioni che si schierano contro qualunque ipotesi di nuovi tagli alla sanità e chiedono un confronto aperto con il governo. Cifre non trascurabili, quelle trapelate dal ministero della Sanità: 3,5 miliardi per l’anno prossimo e una ulteriore riduzione un miliardo e mezzo per il 2015. Bocche cucite, per ovvi motivi, da Palazzo Chigi, ma qualche avvisaglia è comunque trapelata. Il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato ha confermato la riduzione del cuneo fiscale, mantenendosi però vago sul Fondo Sanitario: “Il cuneo fiscale lo tagliano, spero, di 5 miliardi, distribuiti tra imprese e lavoratori. Di tagli alla sanità non ne ho mai sentito parlare, ma mi sembrerebbe una misura inaccettabile perché la sanità incide soprattutto nella parte più debole della popolazione”. Ma i governatori regionali non accettano alcuna modifica alla già delicata situazione che si sta vivendo: “Non si può togliere l’Imu a chi ha una casa di lusso a Piazza di Spagna e poi recuperare quei soldi con i tagli alla sanità, eliminando posti letto negli ospedali. Non si può. Se il Pd – afferma il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti – esiste ancora impedisca questo scempio. Le Regioni faranno sicuramente la loro parte chiamando l’Italia a mobilitarsi per evitare questa vergognosa ingiustizia”. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in un messaggio su Facebook si rivolge direttamente al premier: “Non condivido quello che leggo sulla sanità dove pare si stiano preparando altri tagli. Sappi, caro Letta, che sono insostenibili e che io stesso mi batterò contro con tutte le mie forze. E penso che non sarò solo”. Parole di fuoco sono arrivate anche dal governatore della Puglia, Nichi Vendola, e dal presidente dell’Umbria Catiuscia Marini, coordinatrice dell’area Sanità della Conferenza delle Regioni.