Lo spread tra Btp e Bund scende sotto la soglia dei 230 punti base, a 229, per la prima volta dal luglio del 2011, periodo nel quale ancora non si pensava ossessivamente al differenziale tra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi. Poi il dramma consumato tra il mese di settembre e quello di novembre, quando un differenziale vicino ai 600 punti costrinse Berlusconi a dimettersi e Napolitano a chiedere il sostegno dei tecnici guidati da Mario Monti. La buona notizia da Piazza Affari riguarda anche il rendimento del Btp a 10 anni, che si ferma al 4,23%. ”Sono emersi – si legge nel bollettino economico di Banca d’Italia – i primi segnali favorevoli negli ultimi mesi e c’è la possibilità di un’inversione di tendenza dell’attività economica entro la fine dell’anno, cui la ripresa degli investimenti fornirebbe un contributo significativo. È essenziale non disperdere le opportunità offerte dal miglioramento del quadro congiunturale dell’area Euro e dai primi segnali di stabilizzazione in Italia. La stabilità del quadro interno e la continuità delle riforme – conclude la nota – sono necessari per raggiungere gli obiettivi di crescita del governo negli anni 2015-17, superiori al consenso e che si basano sul pieno realizzarsi degli effetti delle riforme strutturali e un significativo miglioramento degli spread”.
Intanto anche dagli Stati Uniti arrivano buone notizie, con Wall Street che apre in rialzo dopo l’accordo sul tetto del debito e il rifinanziamento dei programmi federali. Domani sarebbe scaduto il tempo e gli Usa avrebbero rischiato il default tecnico, con terribili conseguenze per i mercati di tutto il mondo.