Via libera del Consiglio dei Ministri sulla “manovrina” da 1,6 miliardi di euro, una correzione dei conti che consentirà il rientro nel tetto nel 3% del rapporto tra deficit di bilancio del 2013 e Prodotto interno lordo. Ad annunciarlo il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni: “La manovra di correzione del deficit prevede la copertura dell’importo con due modalità, la vendita degli immobili del demanio per 500 milioni e la riduzione delle spese dei ministeri e dei trasferimenti agli enti locali per 1,1 miliardi. La cessione degli immobili del demanio per un valore di 500 milioni – ha proseguito il Ministro – verrà effettuata attraverso la vendita alla Cassa depositi e prestiti. I tagli alla spesa non riguarderanno i ministeri della Ricerca, dell’Istruzione e della Sanità e saranno attuati in forma più o meno lineare”. Niente da fare, invece, per il rifinanziamento per la Cassa Integrazione in deroga. Il ministro ha fatto sapere che sarà un tema trattato in un possibile decreto parallelo alla legge di stabilità. Saccomanni, inoltre, ha smentito le indiscrezioni secondo cui il governo avrebbe pensato di correggere i conti dello Stato con l’ennesimo maxi aumento delle accise sui carburanti. Si era parlato di 6,5 centesimi al litro dal momento dell’entrata in vigore del provvedimento. Il nuovo decreto legge prevede anche 210 milioni per l’emergenza immigrazione, 20 dei quali per l’accoglienza di minori non accompagnati e 190 al Viminale per far fronte alle problematiche derivanti dal fenomeno. Buone notizie arrivano dalla questione del cuneo fiscale, che il ministro si è impegnato a ridurre. Ultima battuta sullo spread (il differenziale tra i titoli di stato tedeschi e i Buoni Ordinari del Tesoro): “Il governo è nella pienezza dei suoi poteri e in grado di gestire le sfide della politica economica per un periodo di tempo congruo. Queste misure – ha concluso Saccomanni – potranno avere un significato positivo nelle aspettative dei mercati finanziari. Naturalmente senza la crisi politica lo spread si sarebbe avvicinato ai livelli più bassi già in questa fase di chiusura nel 2013”.