ROMA – Ennesima spaccatura tra Partito Democratico e Popolo della Libertà. Stavolta il nodo del contendere arriva dalla votazione per eleggere il presidente della commissione Antimafia. A spuntarla è stata Rosy Bindi, eletta con 25 voti, mentre 8 sono andati a Luigi Gaetti del Movimento 5 Stelle. Le schede bianche sono state 2, un voto nullo. “Il mio primo impegno – ha detto il neo presidente – sarà quello di cercare di superare questa fase di concreta difficoltà con il PdL perché tutti dobbiamo unirci nella lotta alla mafia. Spero che tutti si adopereranno per sanare questa frattura. Mi auguro anche che chi oggi non ha partecipato al voto riconosca che oggi c’é stato un voto. Se tutti insieme faremo un piccolo passo, potremo dire che siamo qui per combattere la mafia e non per farci la guerra tra di noi. Ma in casa PdL lo scontento è palese. Il partito parla di accordi non rispettati dal parte del Pd e per voce di Fabrizio Cicchitto ha fatto sapere che non parteciperà alle riunioni della commissione: “Il comportamento del gruppo del Pd è del tutto inaccettabile perché ha eletto da solo il presidente. Il gruppo PdL giustamente non prenderà più parte ai lavori della commissione togliendole così un’effettiva rappresentanza generale. Chi è stato eletto Presidente in questo modo inusitato dovrebbe rimettere il suo mandato perché si troverà a dirigere una Commissione così delicata priva di rappresentanza generale”. Sulla questione è intervenuto anche l’ex magistrato Antonio Ingroia: “Lo stallo della commissione, per sette mesi senza componenti, è la dimostrazione palese di un Parlamento incapace, lontano dal Paese reale, dove la mafia è un’urgenza da affrontare”.

